La Pecora Nera appesa a un filo, la cooperativa: "Con questi conti? Stop"

Il locale modello verso la chiusura

Lo staff della Pecora Nera

Lo staff della Pecora Nera

Lucca, 24 maggio 2016 - Il futuro del ristorante «Pecora Nera», progetto sociale a sostegno dei ragazzi disabili, è appeso a un filo. Ieri sera l’assemblea dei soci della cooperativa «Segni Particolari Nessuno», che gestisce il locale dal 2007, ha infatti deciso, a maggioranza, di ripianare la perdita 2015 ricorrendo a un fondo relativo al deterioramento dei beni usati oltre a crica 5000 euro «una tantum» che Anffas, che a suo tempo creò la cooperativa, si impegna a versare. Ma i problemi, come è stato ripetuto nell’assemblea, restano.

Visto che Anffas, dopo essere uscita dal cda della cooperativa nei mesi scorsi (ora nell’organismo vi sono solo genitori dei ragazzi e dipendenti del ristorante) ha ribadito l’intenzione di non erogare altri contributi per il 2016. In pratica, Anffas si è fatta carico di quanto rimasto scoperto sotto la sua gestione, sganciandosi per il futuro, al punto che a marzo ha dato disdetta per la licenza del ramo di azienda. Dunque la Pecora Nera, dal gennaio 2017, non avrà più la licenza per attività di ristorazione. Sullo sfondo una dura battaglia tra Anffas e gli attuali responsabili della cooperativa. Con ricostruzioni opposte dei fatti.    «Anfass ha deciso di chiudere il bilancio 2015 con un escamotage – spiega Piergiorgio Paoli, del cda della cooperativa – un maquillage per dire che sino a che ci sono stati loro i conti sono rimasti in ordine, ma senza impegni per il futuro. E ci hanno revocato il ramo di azienda, scelta, ripeto, non concordata con noi. Chi sostiene il contrario produca i documenti. Ora non resta che riconvocare a breve l’assemblea per ribadire che i primi mesi del 2016 evidenziano l’impossibilità di continuare l’attività. Sarà la fine dell’esperienza».   Da parte sua Anffas, per bocca della presidente Vania Nottoli, respinge le accuse di aver voluto chiudere l’esperienza della Pecora Nera. «Ci hanno chiesto loro di ritirare la licenza, c’era accordo – ribatte – senza considerare che non abbiamo mai avuto i soldi del canone annuale della licenza. Il momento non è facile, rischiamo di chiudere anche la casa famiglia: i costi del ristorante sono molto alti. Speriamo che la cooperativa ci ripensi, del resto era importante coprire la perdita 2015, il 2016 è sempre in corso». Morale: per qualche settimana l’attività andrà avanti, ma la prossima assemblea potrebbe sancire lo stop definitivo. Undici dipendenti, 7 dei quali ragazzi disabili, per i quali il ristorante è una parte fondamentale della vita, aspettano un segnale concreto.