
Paolo Del Debbio (foto Alcide)
Lucca, 29 febbraio 2016 - Paolo Del Debbio, professore di etica ed economia all’Università Iulm diMilano, giornalista e conduttore televisivo, sabato era a Lucca, per il seminario «Dillo in sintesi» su brevità e giornalismo televisivo. Un’occasione per porgli qualche domanda sulla città, sui suoi pregi e i suoi difetti.
Cominciamo dagli aspetti positivi della nostra città... «A Lucca ci sono due cose che funzionano bene e danno risalto internazionale alla città. Sono i Comics e il Lucca Summer festival. Ragionando su questi si capisce cosa funziona e cosa non funziona».
Ovvero? «A sentire quello che dicono gli organizzatori, quello che hanno detto sulle cronache cittadine, emerge che loro fanno queste iniziative nonostante l’amministrazione e non grazie all’amministrazione comunale. Non posso sapere se ciò è vero ma è quello che dicono, quando si parla con loro a microfoni spenti».
Lucca città matrigna e spesso gelosa. Cosa ne deduce? «Evidentemente anche di fronte a iniziative così importanti, come i Comics e il Summer festival, importanti da un punto di vista internazionale,la città o megliole istituzioni cittadine hanno difficoltà a recepirle e a incentivarle. La questione dunque è: se non incentivano questo figuriamoci se ne facciamo nascere altre».
Ma da lucchese lei vede un motivo in questo comportamento? «Intendiamoci è anche legittimo che non si abbia interesse a valorizzarela città dal punto di vista nazionale e internazionale. Si può puntare ad altre cose, comele buche nelle strade, il termovalorizzatore, l’elettrodotto di Maggiano, la Luminara, la sagra del baccalà da spostare sul territorio comunale di Lucca...».
Battute a parte, su cosa si dovrebbe puntare secondo lei? «Ci sono due cose che meriterebbero di avere un lancio simile ai Comics e al Summer festival. Penso a Imt e a Puccini. Per il celebre compositoremi chiedo se non è possibile fare a Lucca quello che a Parma hanno fatto con Verdi? E’ possibile che Puccini diventi per Lucca una questione di livello internazionale e non gestita come il coro degli alpini di Asiago con tutto il rispetto per questo coro?».
Cosa altro c’è da valorizzare? «La scuola Imt. E’ un istituto internazionale, un nucleo di pensiero di livello globale. Possibile che non venga percepito dai radar dei luoghi dove si discute a livello internazionale dell’economia? Possibile che non si sia pensato di offrire Imt come luogo di un convegno del Fondo monetario internazionale, dell’Organizzazione mondiale del commercio, della Camera di commercio europea che cura i rapporti con la Cina o della Banca mondiale? E’ come avere un hotel a 5 stelle e tenere le camere chiuse».
Quindi la città non ha slancio. Perché? «Il livello delle cose che fanno le istituzioni è direttamente proporzionale alla statura di chi le guida: statura alta livello alto, statura bassa livello basso. Se si è rasoterra, si rischia di affogare in un bozzo».