‘Mio figlio picchiato a sangue’

Diciottenne aggredito da una banda a Lucca Comics. La rabbia della madre

Sarzana - Pronto soccorso all’ospedale di Sarzana.VIOLENZA Il pronto soccorso dell’ospedale di Sarzana e, nel riquadro, Davide Gemignani, in una foto in costume scattata poco prima della partenza per LuccaIN CORSA Alcune immagini dell’incontro con l’assessore regionale Raffaella Paita tenutosi ieri alla multisala di Sarzana; qui sotto è con il sindaco di Sarzana, Alessio Cavarra

Sarzana - Pronto soccorso all’ospedale di Sarzana.VIOLENZA Il pronto soccorso dell’ospedale di Sarzana e, nel riquadro, Davide Gemignani, in una foto in costume scattata poco prima della partenza per LuccaIN CORSA Alcune immagini dell’incontro con l’assessore regionale Raffaella Paita tenutosi ieri alla multisala di Sarzana; qui sotto è con il sindaco di Sarzana, Alessio Cavarra

LUSINGATA dalla sfida con Sergio Cofferati. Ma la ‘Lella regionale’ non si turba: «Vincerò io» tuona senza esitazioni davanti ai sostenitori riuniti di domenica mattina alla Multisala Moderno per accendere i motori delle primarie. Centocinquanta del circa mille sarzanesi riuniti in 18 comitati solo in città, che in Liguria raggiungono la cifra record di 170, come sottolinea il sindaco di Sarzana Alessio Cavarra, grande sostenitore dell’assessore regionale e candidata alla presidenza della Liguria Raffaella Paita. Insomma lunsingata forse, ma preoccupata non sembra. «Alla fine – assicura – conterà esserci stata, aver vissuto questa realtà». Vincerà anche a Genova, è convinta, e sprona i suoi fans sarzanesi perché, spiega, vincerà meglio se la provincia raddoppierà il risultato ottenuto per lanciare Cavarra a segretario regionale Pd, sconfitto solo per «un escamotage sul conto dei seggi». Insomma ‘Sarzana con Lella’ (troneggiava nei manifesti) e Lella con Sarzana. «Il sindaco ideale della Liguria» la introduce Damiano Lorenzini, il giovanissimo Umberto Raschi rilancia. E il sindaco Alessio Cavarra affonda poi la lama della «macchina da guerra» Raffaella Paita nel cuore dell’avversario dell’ultima ora, quel Cofferati che è una «mossa da segreteria nazionale», un candidato del partito che voleva persino impedire le primarie, impresentabile come innovatore viste le scarse tracce lasciate come sindacalista, sindaco di Bologna poi parlamentare europeo rieletto, senza esperienze liguri, avvistato alla Spezia solo per chiedere voti contro Renzi. La «Lella» invoca un partito unito per battere Forza Italia e Cinque Stelle ma anche per superare la grave crisi economica e le conseguenze del dissesto, poi demolisce l’avversario ed esalta gli amici, partendo dal presidente Burlando individuato come unico capro espiatorio delle «condizioni disastrose attuali, all’assessore regionale Guccinelli visto come uno dei principali protagonisti della ripresa economica e dei posti di lavoro salvati dalla crisi delle partecipazioni statali. Cofferati? Pensavo mi contrapponessero un ligure autorevole invece hanno preso uno di Cremona» per combattere lei che conosce la Liguria «come le sue mani», «so tutto quello che mi serve per governare bene», non cerca palcoscenici nazionali ma vuol governare bene una Regione unita, dove Spezia cresce e Genova torna forte ma non più matrigna. Il suo motto, dice, è innovazione e non discontinuità, l’obiettivo riconoscere il lavoro di Burlando, capitalizzarlo e rilanciarlo. E, insieme alle armi vincenti della portualità e degli investimenti internazionali, vede una Liguria capace di «parlare al mondo», butta là la notizia del tentativo di coinvolgere Oscar Farinetti per rielaborare il moribondo Progetto Marinella all’insegna del Km Zero. E vuole cancellare anche il più piccolo dubbio sul suo «essere di sinistra», non la sinistra dei salotti ma quella degli operai, che annuncia il camallo Franco Marenco alla vice presidenza se sarà eletta, una sinistra giovane (non ultrasessantenne come l’avversario) ma che «sa cosa vuol dire lavorare in sezione e alle feste dell’Unità».

Emanuela Rosi