Pagherà 50mila euro all’ex. Non gli faceva vedere il figlio

Spezzina condannata dal tribunale a risarcire il danno

Il giudice del tribunale civile della Spezia Lucia Sebastiani

Il giudice del tribunale civile della Spezia Lucia Sebastiani

La Spezia, 17 agosto 2016 - Per quindici anni si è visto impedire dall’ex moglie ogni contatto col figlio, ostacolato in ogni tentativo di poter esercitare il ruolo di padre e contribuire alla crescita di quel bambino di soli quattro anni, oggi diciannovenne. Una storia di privazioni affettive che nei giorni scorsi ha visto il giudice del tribunale della Spezia, Lucia Sebastiani, condannare l’ex moglie al pagamento di un risarcimento a favore dell’uomo di cinquantamila euro. Una somma importante, ma come sostenuto dallo stesso giudice nella sentenza "si tratta di un danno che in realtà non potrà mai essere adeguatamente ristorato per equivalente". Per la Sebastiani, la privazione affettiva "si è protratta per numerosi anni, obiettivamente i più belli della crescita ed evoluzione psicofisica del minore, ed è destinata presumibilmente a protrarsi anche in futuro". La Sentenza in sede civile (alla donna è stata imposto anche il pagamento di 5.500 euro di spese legali) segue quella penale, emessa nel 2008, che vide l’ex moglie condannata.

La vicenda, tutta spezzina, affonda le sue radici nel 2002, con la sentenza di separazione della coppia che prevedeva l’affidamento esclusivo del minore alla madre, e la possibilità per il padre di tenerlo con sé per un giorno alla settimana, nelle principali festività, e per sette giorni consecutivi durante le vacanze natalizie e in quelle estive. Le condizioni vengono ampliate in sede di divorzio, e ulteriormente modificate nel 2011, con il tribunale che dispone per il giovane l’affidamento condiviso. Decreti e disposizioni non cambiano però la situazione, con il padre impossibilitato a vedere il proprio figlio, ostacolato dall’ex moglie. Impossibile, in queste condizioni, far nascere e sviluppare il normale rapporto padre-figlio.

Così l’uomo, dopo la sentenza penale di condanna a carico dell’ex moglie per mancata esecuzione dolosa del provvedimento del giudice, si è rivolto al giudice civile, affidandosi all’avvocato spezzino Maria Cristina Simeone. Con la Sebastiani che ha vergato una sentenza ‘forte’. Al padre "è stato negato un sereno rapporto genitoriale col minore – si legge nelle conclusioni –, ed è stato privato di tutti i momenti (belli e non) in cui avrebbe potuto essere presente nella vita del figlio, irrecuperabili per sé e per lo stesso ragazzo".

Da qui la decisione del giudice, che pure ha riconosciuto "una certa frequentazione tra padre e figlio", di condannare la donna al pagamento di cinquantamila euro di risarcimento per danni non patrimoniali, pari a circa tremila euro per ogni anno in cui all’uomo è stato impedito di costruire un rapporto affettivo col proprio figlio. "La gioia di poter veder crescere mio figlio e poterne contribuire allo sviluppo, comunque, non me le potrà ridare indietro nessuno", commenta il padre alla Nazione, commentando la sentenza.