Punto da un calabrone, muore dopo 20 giorni di agonia

Nulla da fare per un quarantenne andato in choc anafilattico

Un'ambulanza

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La Spezia, 24 agosto 2017 - MALEDETTO calabrone. Per causa sua – e dello choc anafilattico conseguenza dell’azione del suo pungiglione – un uomo di 43 anni è morto, dopo oltre 20 giorni di coma. La reazione allergica, alla distanza ha avuto effetti devastanti. Vasiliu Nicolae, nato il 9 dicembre del 1973 a Galati in Romania, ma da diversi anni residente alla Spezia, si è spento nel reparto di rianimazione senza più riprendere conoscenza. «Sono allergico...» sono state le ultime parole che ha pronunciato all’indirizzo dei suoi primi soccorritori.

ERA ACCADUTO a Campiglia, dove l’uomo, nel pomeriggio di quel giorno, era andato a dar manforte ad alcuni amici impegnati in un cantiere edile. Il suo cuore subito dopo aveva cessato di battere. Lo avevano rimesso in moto, dopo lunghe manovre rianimatorie, gli operatori del 118. Ma il loro sforzo, pur avendo effetto lì per lì, non è valso a rimediare ai danni cerebrali indotti dall’arresto cardiaco.

PRENDIAMO spunto dalla tragica vicenda per capire come fronteggiare la puntura di calabrone e l’eventuale reazione allergica. Ne parliamo con operatore della centrale operativa del 118.

 

Quali indicazioni all’utenza per capire se dopo una puntura di calabrone, oltre ai dolori, si possono presentare gravi problemi?

«Diciamo che se si rileva un gonfiore di pochi centimetri che sparisce nell’arco di poche ore si tratta di una reazione normale al veleno; se invece il gonfiore supera i 10 centimetri di diametro, come il palmo della mano, e dura per oltre 24 ore, è consigliabile rivolgersi a un allergologo. Importante è togliere il pungiglione nel più breve tempo possibile per ridurre la dose di veleno iniettata, aiutandosi con una punta smussa (anche l’unghia) con un movimento dal basso verso l’alto; non vanno usate pinzette; estratto il pungiglione, applicare ghiaccio».

Quali sono i fattori che aumentano l’aggressività di api, vespe e calabroni?

«Odori intesi (profumi), colori scuri dei vestiti, movimenti bruschi o rumori secchi quando ci ronzano intorno. I giorni ventosi ci mettono più facilmente a contatto con gli imenotteri perché vengono abbassati i loro “corridoi di volo”».

In caso di reazione anafilattica?

«Mantenete la calma e allertate immediatamente il 118».