"A Nizza ho visto l'inferno"

La testimonianza dalla promenade di Luca Lombardi, fisioterapista spezzino

Luca Lombardi

Luca Lombardi

Nizza, 18 luglio 2016 - LE GRIDA, le lacrime, il sangue, le sirene che sembrano ‘urlare’ al cielo nero la disperazione di tante famiglie distrutte. Scene terribili di un film dell’orrore già, purtroppo, visto. Luca Lombardi non poteva credere ai propri occhi: quella a Nizza ha rischiato di diventare la sua ultima vacanza. «Nel 2005 sono scampato all’attentato di Londra – racconta il fisioterapista spezzino che lavora all’ospedale Sant’Andrea –. Mai avrei immaginato di dover vivere per la seconda volta una tragedia di una simile portata. Ieri sera (giovedì per chi legge, ndr) mi trovavo a seicento metri dal punto in cui si è scatenato l’inferno. Avevo deciso di andare sulla Promenade des Anglais per ammirare i fuochi d’artificio che i francesi riservano alla grande festa del 14 luglio con alcuni amici, poi ho deciso di farlo ma scegliendo un tratto meno affollato della passeggiata dove potermi godere meglio lo spettacolo. Quindi mi sono avviato per caso nella direzione opposta a quella del camion. Il clima era sereno, c’era allegria nell’aria. Ad un certo punto però ho sentito delle ambulanze e ho colto una strana agitazione tra la gente. All’inizio ho pensato ad un semplice incidente, mentre stavo rientrando verso l’ostello invece ho capito tutto».

POCHI MINUTI, giusto il tempo di salire le scale e arrivare in camera, e Lombardi si è trovato spettatore della fine del mondo. Sotto la sua finestra le scene più agghiaccianti. «Ho visto gente che piangeva, che correva disperata senza una direzione – racconta il 40enne a Nizza da mercoledì per una settimana di relax –. Soltanto lì ho capito che cosa fosse successo e che c’erano stati dei morti, tanti anzi tantissimi. La città si è riempita di poliziotti e soccorritori. Il mio cellulare ha iniziato a squillare: parenti e amici dall’Italia temevano che mi fosse successo qualcosa di grave». E la mente è volata, inevitabilmente, al dramma vissuto undici anni prima. «Durante il viaggio a Londra avevo corso un pericolo altrettanto importante – confessa Luca, raggiunto ieri telefonicamente con non poche difficoltà per le linee interrotte –. Stavo per prendere l’autobus che poi ho visto esplodere davanti ai miei occhi, mi salvai soltanto grazie ad un piccolo ritardo. Anche per Nizza devo ritenermi fortunato, sarebbe bastato seguire gli amici, il sesto senso mi ha detto di non farlo. Chissà...». Il fisioterapista spezzino però non demorde e dichiara di non volersi piegare all’angoscia che si respira per le strade ancora deserte: continuerà il suo viaggio in Harley Davidson per poi rientrare domenica, sperando che le frontiere siano regolarmente aperte.

Elisa Capobianco