"Ho fornito io le bombole ai sub morti. Anche al resto del gruppo, però"

ParlaAndrea Montrone del diving center a Talamone C'E' UN INDAGATO/ LA TRAGEDIA / L'OBITORIO - FOTO / SGOMENTO DOPO L'ACCADUTO - FOTO

La barca che ha portato i sub a fare l’immersione alle Formiche

La barca che ha portato i sub a fare l’immersione alle Formiche

Grosseto, 12 agosto 2014 - ANDREA Montrone è il proprietario dell’Abc sub di Talamone, il diving center che da tanti anni opera nel cuore dell’Argentario. E’ lui, Montrone, che ha accompagnato domenica il gruppo di sub umbri alle Formiche, con la sua barca. E che, il giorno dopo la tragedia, ricostruisce con fatica la vicenda, ancora scioccato. Come è trascorsa la prima nottata dopo l’accaduto? «Malissimo». Conosceva il gruppo di sub? «Conoscevo l’istruttore del Thalassa club di Perugia, non loro direttamente. Non era la prima volta che venivano a fare queste immersioni». Quindi lei li ha accompagnati fino alle Formiche. Ha dato ai sub parte dell’attrezzatura che loro non avevano? «Ho fornito loro il passaggio, capita che i sub vadano a fare immersioni per conto proprio ma anche che vengano accompagnati da diving come il nostro. E ho fornito anche le bombole, sì». E’ argomento che va trattato in questo contesto ma è stata aperta un’inchiesta, l’attrezzatura è stata sequestrata e tra le ipotesi ci sono anche le bombole difettose. Come reagisce di fronte a questo? «Ho fornito le bombole alle tre vittime ma anche agli altri loro compagni. Se fossero state difettose tutti avrebbero avuto problemi». Lei fa questo lavoro da molti anni? «Sono istruttore e la mia passisone è diventata una professione da 23 anni. Sono romano e ormai talamonese di adozione, amo questo posto dove ho creato il mio centro diving». Le era mai capitato un incidente che lontanamente possa avvicinarsi alla vicenda di domenica? «No, mai. Sono davvero distrutto».  E se ripensa a quello che ha vissuto, quali sono le immagini che le vengono in mente? «Penso al medico anestesista che si è sentito male, quello che ha avuto un arresto cardiaco. Penso alla scena che mi sono trovato di fronte quando sono riemerso dall’acqua. Un inferno». Perché anche lei era immerso? «Certo, i fondali delle Formiche sono meravigliosi. Sono risalito venti minuti dopo l’accaduto e mi sono trovato di fronte al delirio». Sulla sua barca non si trovava nessuno, quindi? «Una persona ma non poteva avvertirmi, ero sott’acqua. Quando sono risalito, i soccorsi stavano già arrivando. Purtroppo, è il destino e quando qualcosa deve accadere, accade. Non si può sfuggire». Lei cosa ha fatto, comunque, quando è risalito sulla barca? «Ho lanciato nuovi allarmi, sparato fumogeni, coordinato i soccorsi e il cambio a quelli che tentavano la rianimazione cardiopolmonare sui ragazzi. Ho tentato di fare il possibile seguendo l’iter dovuto ma venti minuti sono tanti, troppi».  Cosa farà adesso? «Rimane la passione per il mare ma credo che chiuderò l’attività. Questi sono segni che non ti togli più di dosso». 

C'E' UN INDAGATO: GIALLO SULLE BOMBOLE SEMIVUOTE