REDAZIONE GROSSETO

Tre sub perugini muoiono in un'immersione alle Formiche: il quarto è stato dimesso dall'ospedale. In un altro episodio, sub senese viene colto da malore

E' accaduto in mattinata. Intervento della Guardia Costiera. Sequestrata l'attrezzatura usata nell'immersione. Aperta un'inchiesta. Tra le ipotesi: bombole difettose o malore nel soccorrere l'amico. Un'altra tragedia sfiorata, poche ore prima, all'isolotto Argentarola / L'OBITORIO - FOTO / SGOMENTO DOPO L'ACCADUTO - FOTO SCONTRO IN MARE, DUE FERITI ALL'ARGENTARIO

I tre sub morti alle Formiche: Giaimo, Cioli e Trevani

Grosseto, 10 agosto 2014 - Tre sub sono morti in un'immersione alle isole Formiche, in provincia di Grosseto. Tragedia in mare in una domenica estiva di sole che doveva essere di svago. I loro corpi sono stati recuperate dalla Guardia Costiera. I tre erano partiti dall'Umbria con una quarta persona che è riuscita a sopravvivere a un'embolia dovuta al tentativo di soccorrere in acqua uno degli amici. Si chiamavano Fabio Giaimo, 57 anni, noto medico anestesista di Perugia, Gianluca Trevani, 36 anni, nato a Foligno e residente a Bastia, ed Enrico Cioli, 37 anni, titolare di un'azienda di tendaggi di Bastia, i tre sub morti nelle acque delle Formiche. Giaimo era un sub esperto e medico anestesista-rianimatore. La moglie è subito partita per la Toscana non appena appresa la notizia. Anche lei lavora come anestesista, in un altro reparto. Il medico aveva raggiunto in moto Talamone. Doveva tornare in Umbria dopo l'immersione per recarsi al lavoro la prossima notte.

I quattro facevano tutti parte del gruppo Thalassa PerugiaErano partiti in mattinata da Talamone, zona sud della costa maremmana, con un gruppo di 11 persone per un giro subacqueo alle Formiche, piccole isolette di fronte alle coste maremmane. Qualcosa però è andato storto.

Secondo una prima ricostruzione, l'incidente si sarebbe verificato in due episodi. Il primo ha coinvolto uno dei sub del gruppo che avrebbe accusato sott'acqua un malore poi rivelatosi mortale. L'uomo è stato soccorso da un compagno di immersione, che nel mentre sarebbe andato in embolia. I due sarebbero stati soccorsi dal 118, giunto a bordo di una vedetta della Guardia costiera. Per il primo non c'è stato niente da fare mentre il secondo è stato condotto a terra e ricoverato in ospedale. Al momento l'uomo sarebbe in via di dimissione dall'ospedaleGli altri due componenti del gruppo invece non sarebbero più riemersi. Da accertare ancora le cause.

La richiesta di soccorso è stata ricevuta dalla sala operativa della guardia costiera di Porto Santo Stefano attorno a mezzogiorno. I quattro erano insieme a 11 persone, tutte impegnate in una immersione nelle acque delle Formiche, a circa 11 miglia da Porto Santo Stefano. La guardia costiera ha inviato due motovedette e fatto decollare un elicottero per le ricerche in mare. I militari, ricostruisce la guardia costiera, hanno raggiunto il gruppo. Tre sub erano morti, mentre il quarto era incosciente ma ancora vivo: è stato trasportato da una motovedetta fino alla scogliera delle Formiche e affidato alle cure mediche del personale del 118. I corpi degli altri tre sub, invece, sono stati presi a bordo dalle altre unità della guardia costiera.

Sull'incidente indaga la guardia costiera di Porto Santo Stefano che ha intanto sequestrato l'attrezzatura indossata dai quattro sub durante l'immersione. Il sequestro è stato disposto dalla procura di Grosseto che ha aperto un'inchiesta al momento senza ipotesi di reato. Due le ipotesi al vaglio degli investigatori: bombole difettose, magari caricate in un ambiente malsano, o un malore letale accusato per andare in soccorso all'amico in difficoltà. In base a quanto ricostruito dalla Procura i quattro si sono immersi a circa 40 metri di profondità. Il più anziano, a un certo punto, avrebbe cominciato a risalire battendosi una mano sul petto. Gli investigatori non escludono che abbia voluto indicare che si stava sentendo male e che, a quel punto, gli amici per soccorrerlo, o forse presi dal panico, abbiano cercato di riemergere senza le dovute decompressioni, e per questo accusando a loro volta un malore. Gli investigatori aspettano che il sopravvissuto stia meglio in modo da poter ascoltare la sua versione dei fatti. Al momento, la Procura di Grosseto, ritiene più probabile l'ipotesi che i sub siano morti nel tentativo di soccorrere l'amico rispetto a quella di un difetto nelle bombole. 

Qualche ora prima, in mattinata, un'altra tragedia è stata sfiorata nelle acque antistanti l'isolotto Argentarola: un sub della provincia di Siena ha avuto un malore, probabilmente un attacco cardiaco; un suo compagno di immersione lo ha portato su velocemente senza rispettare i tempi di decompressione e si è sentito male. Per lui si tratta di una sospetta embolia. Entrambi sono stati ricoverati in camera iperbarica all'ospedale di Grosseto. A preoccupare sono soprattutto le condizioni del sub senese.