Torna l’eroina, boom di morti per overdose. Scatta l’sos: centrali di spaccio vicine

Il bollettino dipendenze Asl mette in guardia: sempre più abusi

Una siringa (foto di repertorio NewPress)

Una siringa (foto di repertorio NewPress)

Firenze, 12 giugno 2015 - Torna l’eroina. Prepotentemente sul mercato. E ricomincia a fare vittime: 13 morti per overdose nel 2014 contro numeri molto più contenuti degli anni precedenti (7 nel 2013 e nel triennio 2006-2008, 10 nel biennio 2011-2012, 6 nel 2009): un fenomeno che fa ipotizzare l’esistenza di nuove e più vicine centrali di spaccio. Dopo anni in cui il consumo di eroina era diminuito, surclassato da cocaina e cannabinoidi, il componente dell’oppio si riprende il triste primato: è la sostanza illegale di cui più abusa chi si affida al Servizio per le tossicodipendenze, con una percentuale schiacciante del 69,3%, seguita da cocaina (16,8%) e hashish (13,4%). A sorpresa, quella che veniva considerata la droga dei ‘poveri’, si trova al primo posto anche tra i nuovi utenti: 41,6%, ma con un aumento rispetto all’anno precedente del 4,6%, la cocaina si attesta sulla medesima percentuale rispetto al 2013, poco sopra al 24% mentre i cannabinoidi vanno giù dal 36,4 del 2013 al 33,4% del 2014.

PERCHÉ? Con meno soldi in tasca si consuma droga che costa meno? «In realtà il consumo dipende molto da ciò che si trova sul mercato: ormai anche la cocaina è venduta a prezzi commerciali. Viene tagliata e inoltre ci sono ricarichi così enormi sulle sostanze illecite che è possibile venderle a qualsiasi prezzo», spiega Paola Trotta, direttore del dipartimento Dipendenze dell’Asl, illustrando i dati del bollettino delle dipendenze 2014.

Quiondi cocaina, eroina, ecstasy. In un mix che dipende da ciò che i narcotrafficanti decidono debba arrivare sulla piazza di Firenze. Tra chi fa uso di droga cresce, anche fra i più giovani, anche tra i minorenni, la consapevolezza di essere entrati in una spirale da cui è difficlle uscire. Sono sempre più numerosi gli utenti che si rivolgono al Sert anche prima di raggiungere la maggiore età: possono farlo, senza richiesta medica, andando direttamente al Sert, anche senza parlarne con i genitori.

Ma quando si comincia e come con l’alcol e con la droga? «E’ scesa l’età a rischio, si inizia anche a 13 anni o addirittura prima. Di solito l’approccio è con l’alcol ma poi è facile scivolare verso l’uso di un combinato tra droghe varie e alcol», dice la dottoressa Trotta. Ci sono giovani più a rischio, si comincia pensando che sarà facile smettere? «Naturalmente le persone più fragili, più giovani, più sole, con qualche disagio sono quelle maggiormente esposte al rischio sia di provare le sostanze, sia di cadere nel circolo della dipendenza – spiega ancora Trotta –. Ma quando si comincia, smettere non è mai semplice: l’esperienza con le sostanze, facilmente, fa scattare la cosiddetta condotta da addiction, cioè la compulsione a riprodurre, a ripetere l’eperienza, come nel gioco d’azzardo. Ed bene che si sappia che provare le sostanze è un’esperienza a rischio. Per tutti. Non ci sono persone immuni».

CRESCE anche il numero degli stranieri che chiede aiuto ai servizi per le dipendenze: una crescita del 65% rispetto all’anno precedente che fa lievitare a 1.017 il numero delle persone in trattamento provenienti da altri paesi.

La dipendenza colpisce a tutte le età: in cura al Sert ci sono ragazzi di 14 anni e persone di più di 70. Della serie meglio tardi che mai, un 87enne alcolista ha deciso di smettere di bere. In ogni caso, al Sert il 26,2% degli utenti è nella fascia di età 30-39 anni, il 33,3% rientra in quella 40-49, il 16,4% va dai 50 anni fin oltre i 60, mentre la fascia di popolazione giovanile fino a 24 anni segna il 13,6%.

è arrivata su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro