L’Opg aperto ancora per un anno. Ecco l’ultimo rischio per i pazienti

La Regione fa ricorso: così si allungano i tempi del trasloco

L’ingresso dell’Ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino

L’ingresso dell’Ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino

Empoli, 28 gennaio 2016 -  UN ANNO non è bastato. Forse ne servirà un altro. I pazienti restano di fatto detenuti nell’Opg di Montelupo Fiorentino. Un disastro umano oltreché una grave colpa politica. La Regione ha impugnato l’ordinanza emanata dal Tribunale di sorveglianza, con la quale a novembre era stata condannata a chiudere l’ospedale psichiatrico entro tre mesi. A dicembre, entro i tempi previsti dalle legge, la Regione stessa ha presentato un reclamo con il quale si dovrà passare dai tre gradi di giudizio, fino alla sentenza della Cassazione, prima di conoscere le sorti dei pazienti. La criticità della situazione - si scopre oggi - sta nel fatto che quel reclamo blocca la possibilità dell’ordinanza di essere definitiva e bisognerà per questo aspettare il giudizio della Cassazione per arrivare all’effettività del rimedio giurisdizionale.

COSÌ il ricorso preventivo per la violazione dei diritti dei detenuti, firmato l’estate scorsa dai 47 pazienti su 85, è di fatto inattuabile. Oggi - come non manca di ricordare il garante dei detenuti Franco Corleone - la ‘gabbia’ di Montelupo sarebbe dovuta essere un lontano ricordo. Peccato che non sia così. Tutto da rifare, ancora una volta. Dal primo aprile 2015, infatti, per legge, l’Opg non è più il luogo deputato ad accogliere le persone che hanno commesso un reato e sono state considerate incapaci di intendere e volere. Tuttavia i pazienti sono ancora internati, invece di essere affidati alle «Rems» (residenza per l’esecuzione della misura di sicurezza) dove personale sanitario specializzato dovrà occuparsi della cura e non della custodia degli ospiti, senza polizia penitenziaria all’interno e senza un direttore appartenente all’amministrazione penitenziaria. La rems di Volterra, che occupa gli spazi dell’ex manicomio, non è ancora pronta. Attualmente esiste un centro intermedio dove sono disponibili 12 posti, di cui 11 già occupati, mentre la Rems provvisoria sarebbe dovuta essere fruibile da mesi per 10 pazienti, e da altri 12 ospiti nel corso del 2016. E questo è un problema al quale si aggiunge il reclamo presentato dalla Regione che di fatto rende inefficace i ricorsi firmati dai pazienti grazie all’aiuto dell’associazione «L’altro diritto» presieduta dal professor Emilio Santoro.

Tra i pazienti sono 23 quelli toscani; è vero sì che i ricorsi firmati da coloro che non sono residenti in Toscana non dovrebbero riguardare la nostra regione, ma è anche vero che tutti sono detenuti in modo illegittimo. Sempre durante la visita del garante, la direttrice Antonella Tuoni, che martedì ha accompagnato Corleone nella struttura in viale Umberto I, ha assicurato che a breve altri quattro pazienti verranno trasferiti nella Rems di Volterra. E gli altri? «Ordinare all’amministrazione penitenziaria di portare fuori la polizia penitenziaria lasciando così un presidio sanitario avrebbe garantito la non violazione dell’articolo 13». La proposta che Santoro fece a novembre potrebbe essere l’unica via verso la legalità.

 

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