Con quella voce un po’ così. Luca Ward, lezioni d’amore

Debutto in teatro a Firenze: poi film e fiction

Luca Ward

Luca Ward

Firenze, 7 aprile 2016 - «Io adoro i giovani e se loro, come dici, amano me è assolutamente una cosa reciproca. Forse perché ci somigliamo, anche oggi mi sento vent’anni addosso ma le cose di quell’età non posso più farle. Mi trattengo, perché sennò farei ridere. Ma ti assicuro che faccio fatica». The Voice, cioè la voce più sexy bella, calda, profonda, azzeccata giusta ecc ecc per quello che solo da noi è un’usanza e negli altri Paesi no, cioè il doppiaggio, in Italia (e fuori) ha un nome: Luca Ward.

Doppiatore ma anche ottimo attore che abbiamo ammirato in tanti film, fiction e in teatro, il suo grande amore, debutterà staserà in scena fino al 10 aprile ore 20,45 (domenica ore 16,45) assieme alla brava e sempre carina Vittoria Belvedere in una storia che è un classico, «Tutti insieme appassionatamente» in forma di musical, dal libretto di Howard Linsday e Russel Crouse e la regia di Massimo Romeo Piparo.

Luca, la mattina è la voce di Radio Italia, la sera a teatro: come fa?

«Benissimo: per me il lavoro è sempre una soddisfazione. E’ stato un piacere tornare a teatro con il ruolo dell’austero comandante George Von Trapp, vedovo con sette figli che, come in ogni favola a lieto fine, verrà conquistato dalla dolcezza femminile di Maria. Non solo teatro però: sto lavorando a un doppiaggio molto carino di The Nice Guys un film, che uscirà a breve dove Russel Crowe. E torneranno Le tre rose di Eva 4».

Un ruolo che conosce bene.

«Nessuno meglio di me sa di uno spettacolo che ho fatto per la prima volta nel 2004. La nostra fortuna è di essere una compagnia bellissima. Con Vittoria Belvedere siamo perfetti: quando ci si conosce bene diventa tutto molto più semplice».

‘Tutti insieme...’ è del 1965: messaggi di attualità?

«Primo fra tutti c’è il grande valore della famiglia. L’unità e l’amore per noi sono un punto di riferimento che dedichiamo ai giovani. Oggi, se ci pensi bene, ci sono poche certezze per questi ragazzi: non ci sono più i grandi gruppi rock, né grandi politici, nè veri punti di riferimento».

Dunque che fare?

«Resta fondamentale la famiglia che i giovani stanno riscoprendo. Oh, ma è l’amore che manda avanti il mondo. Senza, siamo poveri ibridi con una vita vuota. Nello spettacolo volutamente cerchiamo di enfatizzare l’unione familiare».

Ward, da doppiatore quante soddisfazioni?

«Ho un primato: aver fatto trentacinque anni di cinema e aver dato la voce a protagonisti di film che sono diventati dei cult. Ma la cosa incredibile è che i ragazzi che all’epoca non erano neppure nati, mi fermano per strada e mi chiedono magari una battuta di Pulp Fiction. Questa cosa mi diverte tantissimo. Sulla mia pagina su Facebook i commenti in assoluto più numerosi sono di ragazzi tra i 16 e i trent’anni. Per me è un regalo». Imperdibile Ward.

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