I gommoni di Ai Weiwei su Palazzo Strozzi. E sul Web è polemica / VIDEO e FOTO

L'installazione sulla facciata dello storico palazzo vuole ricordare la tragedia dei migranti. Dal 23 settembre il via alla grande mostra sull'artista e dissidente cinese

I primi gommoni rossi dell'installazione di Ai Weiwei su Palazzo Strozzi

I primi gommoni rossi dell'installazione di Ai Weiwei su Palazzo Strozzi

Firenze, 12 settembre 2016 - Gommoni rossi sulla facciata di Palazzo Strozzi per ricordare i drammatici viaggi dei migranti che ogni giorno cercano di attraversare il Mediterraneo e anche l'impegno dei tanti militari e volontarti che ogni giorno salvano molte vite. Si tratta di una sorta di "lancio" della mostra "Ai Weiwei. Libero" (che partirà a Palazzo Strozzi dal 23 settembre) la prima grande retrospettiva italiana dedicata a uno dei più celebri e controversi artisti contemporanei, Ai Weiwei.

L’artista invaderà Palazzo Strozzi con opere storiche e nuove produzioni che coinvolgeranno tutto lo spazio: la facciata del palazzo, il cortile, il Piano Nobile e la Strozzina, che per la prima volta sarà utilizzato come un luogo espositivo unitario, permettendo all’artista di confrontarsi con un contesto ricco di sollecitazioni storiche e spunti architettonici.

A Firenze i gommoni di Ai Weiwei
A Firenze i gommoni di Ai Weiwei

Proprio l'avvio dell'allestimento "Reframe" sulla facciata dello storico palazzo, con la serie di gommoni rossi, ha scatenato reazioni contrastanti sul Web e i social network, tra chi è contrario e chi invece plaude all'iniziativa. In particolare, sulla pagina Facebook di Palazzo Strozzi il dibattito è acceso tra i vari utenti. "Ma con tutti i palazzi che ci sono a Firenze proprio su Palazzo Strozzi dovevate appiccicarvi questi canotti!!! Ma non era meglio il palazzo di giustizia a Novoli?" è uno dei commenti, mentre c'è chi apprezza: "A me piace. Vedo in tutti quei gommoni una realtà di cui parlare", scrive una delle persone intevenute.

Tra favorevoli e indignati, ecco la risposta ufficiale di Palazzo Strozzi: "Lo sappiamo, si tratta di un’installazione "forte", difficile da ignorare, soprattutto perchè si innesta su un palazzo rinascimentale. Ma potrebbe rappresentare un'occasione per la città di Firenze per portare l’attenzione sul tema della crisi umanitaria dei rifugiati grazie all'arte?. 

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