Vive in strada col suo cane: "Se accetto l'alloggio ci separeranno, aiutatemi"

L'appello disperato al Comune del signor Riccardo che non vuole rinunciare al suo Ben

Riccardo con il suo cane Ben (foto Marco Mori/New Pressphoto)

Riccardo con il suo cane Ben (foto Marco Mori/New Pressphoto)

Firenze, 28 ottobre 2016 - Riccardo e Ben. Due cuori e una tenda. Riccardo ha cinquant'anni e divide con Ben, il suo cane, il precario e abusivo alloggio in via Magenta, dove vive da sette mesi, che domani verrà smantellato. Al signor Riccardo è stato infatti assegnato un posto in una casa di accoglienza a condizione però che si separi dall'adorato amico a quattro zampe al suo fianco da un anno e mezzo.

Un cucciolone di 17 mesi che a Riccardo deve la vita: "L'ho trovato in un cassonetto ed è l'unico affetto che mi è rimasto". Ci spiega: "Domani è il giorno dello sgombero, mi hanno avvertito ieri mattina, e mi è stato proposto di andare in una struttura senza Ben. Ma non posso accettare". Il cane infatti dovrebbe trasferirsi nel parco degli animali di Mantignano o, ci spiega il padrone, "potrebbe essere adottato da una famiglia provvisoriamente".

Di qui il suo appello disperato alle istituzioni: "Il Comune ha ben presente la mia situazione, l'unica richiesta che ho è quella di poter stare con Ben, con un tetto sulla testa. Anche perché per legge non possiamo vivere in questo alloggio di fortuna". La buona volontà di cambiare vita c'è: "Ho bisogno di un lavoro e vorrei tanto poter cominciare un cammino dignitoso e avere la possibilità di curarmi perché soffro di una malattia che mi obbliga a dei controlli. Nel 2011 ho perso tutto: la crisi economica mi ha costretto a chiudere la ditta edile e a vendere casa per saldare i debiti con le banche. E' da qui che vorrei ripartire, da una sistemazione dignitosa per me e per Ben, non chiedo altro".

E tocca il cuore vedere che non è solo tristezza quella che traccia i contorni di questa vita sospesa all'ombra dell'ex Comunale. Nel quartiere c'è infatti anche tanta solidarietà: "Molte persone mi danno una mano e di questo sono loro davvero grato. Sono anche riuscito a mettere il chip al mio Ben grazie all'aiuto di un veterinario". Purtroppo però la buona fede non ha nessun potere per vincere sulla burocrazia e regalare così un lieto fine a questa storia di sofferenza mista a profondo affetto. Quindi la speranza è che arrivi presto una risposta concreta dal Comune a questo disperato appello.

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