Ecco cosa rischia l'assassino di Niccolò Ciatti

Si aggrava la posizione giudiziaria del ceceno Rassul Bissultanov, responsabile del calcio in testa che ha ucciso Niccolò: per lui ora si prospetta un processo per omicidio intenzionale

Niccolò Ciatti

Niccolò Ciatti

Firenze, 16 agosto 2017 - Si aggrava la posizione giudiziaria del ceceno Rassul Bissultanov, 24 anni, responsabile del calcio in testa che ha ucciso Niccolò Ciatti a Lloret del Mar nella notte tra venerdì e sabato scorsi: è emerso che è un professionista della lotta libera e per lui ora si prospetta un processo per omicidio intenzionale e una possibile condanna a 20 anni di carcere.

A Roma intanto si è mosso oggi, dopo la scarcerazione dei due amici ceceni di Bissultanov che lo avevano accompagnato nell'aggressione, il ministro degli Esteri Angelino Alfano. In una telefonata, ha riferito al collega spagnolo Alfonso Dastis che la notizia ha provocato «perplessità e inquietudine nell'opinione pubblica italiana».

Alfano ha chiesto che tutti i responsabili del delitto siano presto giudicati e condannati, dando poi indicazioni all'ambasciata d'Italia a Madrid, al consolato generale a Barcellona e alla Farnesina di continuare a prestare massima assistenza alla famiglia Ciatti e a seguire il caso da vicino in stretto contatto con le autorità spagnole.

Kabibul Kabatov e Movsar Magomadov, rimessi in libertà provvisoria dal tribunale di Blanes in attesa del giudizio perché ritenuti non responsabili diretti della morte di Niccolò, sarebbero già a Strasburgo, dove vivono dopo aver chiesto l'asilo politico alla Francia. I due ceceni restano indagati, ma non per il reato di omicidio volontario e quindi sono stati scarcerati. Kabatov è quello che ha preso per il collo Niccolò, prima dell’arrivo dell’amico, Magomadov non sembra aver alcun ruolo se non essere scappato dopo la tragedia. Unica misura interdittiva per Khabatov è non lasciare i Paesi dell’area Schengen.

Una decisione che il magistrato inquirente spagnolo ha preso sulla base delle immagini del pestaggio mortale riprese da uno dei presenti nella discoteca, riferisce il quotidiano catalano Punt Avui. Le telecamere del locale, puntate alternativamente su vari punti del St Trop, non hanno registrato l'aggressione, durata circa 45 fatali secondi. Ma il video con gli ultimi secondi del pestaggio è abbastanza chiaro perché il dj del locale, resosi conto di quanto stava accadendo, ha fermato la musica e acceso le luci.

Il quotidiano El Periodico ha rivelato che i tre ceceni praticano da anni la lotta libera in una palestra di Strasburgo. Bissultanov ha partecipato a diverse gare. «Non è un violento», ha provato a difenderlo il suo allenatore, Jean Luc Beck. Un'affermazione smentita però dalle immagini del pestaggio e dal violento calcio alla testa sferrato dal giovane ceceno a Ciatti già a terra. Davanti al giudice, i tre uomini hanno sostenuto contro ogni evidenza che, sembra dopo una spinta, «sono stati gli italiani a cominciare», scrive Punt Avui.

Poi si sarebbero detti pentiti dell'accaduto. «Sono uomini molto forti che davvero fanno paura», ha detto di loro l'avvocato Joaquin Boadas, che rappresenterà al processo i titolari del St Trop e l'associazione dei locali notturni Fecasarm quale «accusa privata» e «pubblica», come prevede la legge spagnola. Boadas chiederà l'incriminazione di Bisultanov per «omicidio» intenzionale e 20 anni di carcere: «Ha agito a tradimento - accusa - mentre la vittima era a terra, senza difesa, usando la propria superiorità come lottatore». Ora il Consolato Generale di Barcellona, che ha assistito la famiglia nella drammatica vicenda, attende il via libera del magistrato per il rimpatrio della salma. Che non dovrebbe tardare, dopo la conclusione dell'autopsia.

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