Maria Fancelli, sguardo attento alla Mitteleuropa

Francesco

Gurrieri

Per la cura di Hermann Dorowin e Rita Svandrlik , nel volume “L’ispirazione goethiana, Saggi di letteratura tedesca dal Settecento a oggi” (Morlacchi editore) escono numerosi saggi di approfondimenti filologici, ermeneutici, storico-culturali e comparatistici di Maria Fancelli. Emerita del nostro Ateneo, studiosa del cosmopolitismo di Goethe, laurea honoris causa dell’Università di Bonn, è fra le maggiori indagatrici del rapporto della cultura tedesca e mitteleuropea con l’Italia e, in particolare, con Firenze. Nelle cinquecento e più pagine, si succedono argomenti di grande fascino e di raffinata filologia, che scorrono con un pedale narrativo piacevole e accessibile, senza nulla perdere in proprietà scientifica. Il volume si apre con un’umanissima “Lettera a Maria” (Fancelli, ndr) di Claudio Magris, dove alla nostra studiosa si dice: "Tu sei la grande interprete della ‘deutsche Klassik’, nessuno come te, in Italia, ha fatto e fa capire che cosa è stata e che cosa è questa stagione universale di civiltà, non solo tedesca ma europea e, nel senso più ampio, occidentale. La tua lettura di Winckelmann e la tua geografia culturale fra Weimar e Gottinga, Lipsia, Strasburgo e Berlino, sono un grande affresco culturale sovranazionale e un appassionante romanzo di vita vissuta". Quattro sono i temi che toccano Firenze: “Le vicissitudini del manoscritto fiorentino di J.J. Winckelmann”, “ Firenze come orizzonte d’attesa, esperienza di libertà e laboratorio per una storia dell’arte antica”, “Goethe, Firenze e l’idea di Rinascimento”, “L’idea di Firenze nella letteratura tedesca del primo Novecento”. Si apprende così della permanenza (non facile) fiorentina di Winckelmann fra il 1756 e il 1762 e del suo prezioso Quaderno, ancor oggi conservato presso la biblioteca della Colombaria. Ed ancora, dell’importante momento sorgivo del circolo culturale formatosi attorno a Karl Hillebrand, una delle figure più emblematiche di intellettuale europeo, a cui non sarà estraneo la nascita dell’Istituto Germanico di Storia dell’Arte (1897) e di Villa Romana (1905). Né saranno dimenticati Rilke, Thomas Mann e Lukàcs a Firenze. Grati a Maria Fancelli di questo suo prezioso lavoro.

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