Adolescenti difficili, la nostra inchiesta: "Confesso, ho fatto pedinare mia figlia"

Adesso i genitori chiedono aiuto agli 007

Investigatore privato

Investigatore privato

Firenze, 18 febbraio 2017 - «VOGLIO sapere cosa fa mia figlia, mi aiuti». Qualcuno lo chiede con un filo di voce, altri a testa alta, altri ancora se ne vergognano ma quasi tutti se interrogati rispondono: «Lo facciamo per il loro bene». Confessioni di genitori che decidono di affidarsi a un detective perché «preoccupati degli strani atteggiamenti di chiusura del minore, dei comportamenti aggressivi o della cattiva condotta a scuola». Sono sempre di più le famiglie che violano computer e parole chiave, intercettano messaggi e cellulari o fanno seguire i propri figli. Un tema che torna tanto più attuale dopo il recente caso del ragazzino di Genova che si è suicidato nel corso di una perquisizione della Gdf a casa sua: era stata la stessa mamma a chiamare i militari, preoccupata per i comportamenti del figlio, che faceva uso di hashish.

SECONDO gli operatori le richieste di aiuto sono aumentate negli ultimi tre anni del 30%, con punte anche del 40%. Pierluigi Tarchi lo sa bene. Anni di esperienza a capo della Secur&Secur, l’agenzia fiorentina specializzata in sicurezza e servizi investigativi, di casi simili ne ha a decine sul tavolo. «I sospetti di chi ci chiama – spiega – trovano quasi sempre riscontro, chi si rivolge a noi ha l’80% della verità in tasca. Noi non possiamo che dare loro la prova definitiva». Al centro di uno degli ultimi casi finiti sulla scrivania una ragazzina di nemmeno quattordici anni, mamma e papà fiorentini entrambi imprenditori, vestiti a non finire, scuola, amici, tutte le carte in regola per una vita perfetta, utilizzava, invece, il cellulare della mamma per fare la «grande». Mandare foto al ragazzotto conosciuto tramite chat, una decina di anni più di lei, prima svestita e poi nuda, in cambio di sostanze stupefacenti. «Il papà ci ha chiesto di seguirla, scoprire tutta la verità non è stato facile» precisa Tarchi.

«Le investigazioni – dice il numero uno della Secur&Secur – sono un lavoro di squadra: spesso si tratta di minori con alle spalle situazioni familiari difficili». Quella che inizialmente sembrava il capriccio di qualche genitore, adesso sta diventando una tendenza. Questo perché «i comportamenti a rischio che preoccupano i genitori sono molteplici: l’abuso di alcol, l’utilizzo improprio di internet e l’uso di sostanze illegali, solo per citarne alcuni – entra nei dettagli Fania Alemanno, psicologa specializzata in investigazioni private –. Le richieste avanzate da genitori e parenti riguardano la specifica necessità di sostegno a quel ramo della competenza genitoriale che riguarda la salvaguardia dei minori, da qualunque forma di rischio contestuale e sociale».

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