Uso abusivo dell’acqua pubblica negli stabilimenti balneari

Operazione della Guardia di Finanza scoperte violazioni amministrative per oltre 960mila euro

Militari della Guardia di Finanza

Militari della Guardia di Finanza

Versilia, 3 giugno 2024 – Pozzi realizzati senza autorizzazioni dai quali veniva prelevata abusivamente acqua pubblica, violazioni amministrative per oltre 960.000 euro, oltre all’evasione dei canoni demaniali per ulteriori 600.000 euro. È quanto scoperto dalla Guardia di Finanza, sezione operativa navale di Marina di Carrara (Massa Carrara), a carico di alcuni stabilimenti balneari della Versilia, nell’ambito di un’operazione denominata «Aqua munda» (acqua pulita). La realizzazione di impianti di pozzi è disciplinato da specifiche normative, sottolinea la guardia di finanza, e la violazione di tali norme ha ripercussioni sia dal punto di vista erariale, per il mancato versamento del previsto canone idrico, che dal punto di vista sanitario riguardo l’impiego di acqua estratta da falde sotterranee difforme, per caratteristiche chimico/fisiche, rispetto all’impiego cui viene destinata. Durante i controlli è stato inoltre riscontrato il prelievo di acqua sotterranea anche all’interno ex Siti di interesse nazionale e regionale, soggetti ad apposito intervento di bonifica nei quali i prelievi risultano assolutamente vietati. L’attività ha favorito un incremento esponenziale, da parte degli stabilimenti balneari, delle istanze di regolarizzazione delle concessioni sui cosiddetti pozzi che avrà, tra gli esiti, verosimilmente la razionalizzazione del patrimonio idrico e la regolarizzazione dei previsti canoni di concessione, precedentemente evasi. Conseguenza derivante dalla regolarizzazione degli emungimenti, osservano ancora i militari, è stata quella di osservare, in alcune aree, la riduzione del consumo e l’adeguamento degli impianti attraverso l’installazione dei contatori dei prelievi, in modo da monitorare nei prossimi anni gli effetti anche da un punto di vista geologico.