SERGIO IACOPETTI
Sport

L’amicizia che lega ancora Cinquini a Baldini

Il ds viareggino scelse il tecnico, oggi ct dell’Italia under 21, come guida delle zebre trent’anni fa: "Un uomo di grandi valori"

Il ds viareggino scelse il tecnico, oggi ct dell’Italia under 21, come guida delle zebre trent’anni fa: "Un uomo di grandi valori"

Il ds viareggino scelse il tecnico, oggi ct dell’Italia under 21, come guida delle zebre trent’anni fa: "Un uomo di grandi valori"

Un’amicizia, una stima reciproca, sbocciata più di 30 anni fa. Un cordone ombelicale mai interrotto perché entrambi sono, oltre che quasi conterranei, tipi poco avvezzi al compromesso. Giovedì 17 luglio Silvio Baldini è stato nominato nuovo Commissario Tecnico della Nazionale Under 21 e fra i primi a congratularsi con lui non poteva che esserci chi, nella stagione 1991/1992, lo scelse come giovanissimo allenatore del Viareggio nel campionato di serie C2. Ovvero Oreste Cinquini.

Oreste se lo sarebbe mai immaginato che quel carneade, che lei scelse da sconosciuto, arrivasse addirittura alla Nazionale?

"Sicuramente questo è il punto più alto della sua carriera e ne sono felice perché, oltre che un validissimo tecnico, è un uomo con valori che vanno anche al di sopra di un contratto di lavoro, magari anche milionario".

Cosa intende per ‘uomo di una volta’?

"Intendo che in un mondo fatto di mezze parole e mezze verità, lui è un sincero".

Valore che tutti gli riconoscono, ma che gli hanno anche segnato la carriera?

"E’ un tipo scomodo e per scomodo intendo dire che non accetta compromessi. È un genuino nel senso buono del termine. Ha una umanità eccezionale, legato alle sue origini. È un orso che ama camminare nei suoi boschi, ma è disposto a tutto per la causa se si rispettano valori per lui sconfessabili".

Torniamo a quel 1991/1992 come lo scelse?

"In quel periodo la situazione a Viareggio non era semplice. Ci voleva una scelta coraggiosa per tenere la barca pari. Così conobbi questo giovanissimo allenatore. Ambizioso e preparatissimo, della scuola di Orrico. Parlammo a lungo e mi colpì tecnicamente ed umanamente. Aveva una visione del calcio fuori dagli schemi e non si limitava al campo. Fu un precursore anche per quel che riguarda l’alimentazione dei calciatori. Ricordo anche che allora ancora non aveva il patentino, così fu affiancato in panchina da Marcello Tentorio".

La stagione in effetti finì con un 6° posto quasi inaspettato e, ironia della sorte, Baldini arrivò in bianconero quando, in campo, Mazzarri prese il posto di Spalletti.

"Ci togliemmo anche delle grandi soddisfazioni. La serie C di allora era un campionato fatto da giocatori importanti".

Quindi è l’uomo giusto per la Under 21?

"Voglio dire di sì. Certo lui più che un selezionatore è un allenatore che ha bisogno della quotidianeità del campo. Non sarà semplice gestire ragazzi per 10 giorni al massimo e a distanza di mesi, però lui è intelligente, resiliente e troverà il modo di seguire comunque i ragazzi. Di certo gli Azzurrini se lo seguiranno, scenderanno in campo con il sangue negli occhi".

Sergio Iacopetti

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