Le ottanta candeline di Mina. Un mito nato in Versilia quasi per caso

Gli amori, gli show a serata finita con le orchestre. Anna Maria Mazzini diventò Baby Gate e poi la regina della Bussola

Mina canta in una Bussola di Focette esaurita

Mina canta in una Bussola di Focette esaurita

Marina di Pietrasanta (Lucca), 25 marzo 2020 - Tanti auguri Mina: oggi compie 80 anni.

Anna Maria Mazzini è legata alla Versilia, a cui deve tutto. Prima per essere diventata Baby Gate e poi il mito che tutti conosciamo e amiamo. C’era chi scommetteva in quell’estate del 1958 che quella bella e slanciata ragazza nata a Busto Arsizio (e poi trasferita a Cremona) - che con la sua famiglia aveva scelto la Versilia per le vacanze - sarebbe diventata una star.

Erano coloro che l’avevano sentita cantare alla Bussola di Focette dopo cha la serata era finita ma l’orchestra Four Saints continuava a suonare e quella esuberante ragazza lombarda cantava contendendosi con una bellezza viareggina, Sara Agostini, l’amore del biondo Johnny, chitarrista del gruppo.

Poi gli show davanti agli amici, sempre a serata conclusa, con l’orchestra di Marino Barreto. Una voce coltivata ascoltando i suoi miti Ella Fitzgerald e Sarah Vaughan. Sergio Bernardini all’inizio non capiva l’insistenza di Anna Maria che aveva deciso di mettere in un cassetto il diploma di segretaria di azienda e di dedicarsi completamente alla musica nei panni di Baby Gate. Ma si convinse e due anni dopo, nell’agosto 1960, Mina torna alla Bussola come vedette. Fino al ’62 è una escalation clamorosa. Poi la relazione con Corrado Pani dalla quale nasce Massimiliano impone uno stop. E’ il primo di una serie di problemi sentimentali e familiari (come la morte del fratello molto giovane) che Mina supera sempre grazie alla pedana della Bussola che è la sua casa, la sua passione, il suo rifugio. La sua oasi di serenità dove torna ad essere quella ragazza che ama la musica. Ogni sera di spettacolo però, Mina è quasi intrattabile. Meticolosa con l’orchestra, passeggia nervosamente, si inalbera per qualsiasi problema.

La calma solo il suo manager Elio Gigante. Ma quello stress e quella grinta la scarica sul palco di Focette dove è nato e si è alimentato il mito della Tigre di Cremona. Mina-Bussola binomio indissolubile. Che produce serate memorabili come quella per festeggiare i 10 anni di carriera, il 14 aprile 1968 in cui viene registrato il primo album live.

A Focette è ospite fissa per intere stagioni, Sergio Bernardini è pazzo di lei perché è formidabile e realizza esauriti a ripetizione seguiti da cene da Beppino del Paduletto. Nel 1971 la serie di concerti alla Bussola finisce in uno special tv graditissimo come il video live dell’anno dopo quando a Focette vanno in scena 25 sold out.

Qualche anno dopo uno stop. Mina comincia ad avere paura del palco. Ritornerà in pubblico nell’estate 1978 ma sa già che quella sarà la sua ultima stagione live. La storia è arcinota. Bernardini - che nel frattempo ha lasciato la Bussola e ha creato il tendone di Bussoladomani - la chiama per un’estate trionfale. In cartellone 15 serate, tutte sold out. Mina arriva a quota 14 e il 23 agosto a 38 anni dice stop. Mai più in pubblico. Ma la sua voce, i suoi successi immortali restano nel mito.

LE SUE CASE - Il legame con la Versilia per Mina è rimasto indissolubile in questi anni. La sua vita la cantante la conduce a Lugano ma spesso è qui da noi nella massima riservatezza. Negli anni del successo comprò una casa a Massa. Poi la scelta di abitare a Forte dei Marmi: prima in una villa di via dell’Acqua e poi da qualche anno a Vittoria Apuana. In estate le puntate sul mare sono rare e al mattino presto. In questi anni al bagno Flora le sue uscite sono state immortalate da Riccardo Dalle Luche, fotoreporter apuo-versiliese che lavora per l’Ansa e per agenzie di spettacolo. In ogni caso Mina non si vede mai in eventi pubblici anche se a Vittoria Apuana lei appare nel consueto look con i capelli rossi tirati indietro.

L'ULTIMO SHOW, POI IL MITO - Quella notte a Lido di Camaiore erano in seimila, in delirio. Come era accaduto negli altri 13 recital di quell’estate 1978 sotto il tendone. Chi era a Bussoladomani il 23 agosto non sapeva di essere testimone di un evento musicalmente epocale: l’ultimo show live di Mina che finì lì e rinunciò all’ultima data. Il certificato medico parlava di principio di polmonite ma non si è mai saputo se fosse vero. Sta di fatto che calò il sipario sulla Mina ‘pubblica’. A far da apripista era stato chiamato un mostro sacro come Walter Chiari.

Nelle serate precedenti prima dei suoi concerti si erano esibiti Gino Bramieri e i giovanissimi della Smorfia (Lello Arena, Troisi e De Caro). Una di quelle 14 serate finì nel disco ‘Mina live 78’ e in un filmato delle teche Rai. La voce italiana più amata decise che non avrebbe più cantato in pubblico. Apparve sul palco maestosa, con una carnagione non illuminata dal sole, le forme già abbondanti nascoste da un lungo abito nero. Fu una carrellata di successi, che lei interpretò senza risparmiarsi, madida di sudore. Poi la scelta di essere libera, anonima, di vivere la sua vita senza dover rendere conto a un pubblico appassionato quanto crudele se si tratta di giudicare la situazione fisica della persona.