I pescatori protestano a Firenze. Mercato ittico deserto, la Cittadella rischia il ko

Incassi spariti, tanti mutui da pagare . Malfatti: "In Darsena non c’è solidarietà" Mercanti (Pd) chiede i giorni persi per valutare i ristori: in due mesi solo 6 uscite

Viareggio, 18 gennaio 2024 – Venerdì i pescatori viareggini manifesteranno davanti alla sede della giunta regionale in via Cavour 2 a Firenze. Perché potrebbe chiudere i battenti anche il mercato ittico. I creditori bussano alla Cittadella della pesca gravata dai debiti degli investimenti fatti. Da una parte la Cittadella ha in carico mutui per 550 mila euro, le cui rate corrono. Dall’altra mancano all’appello 600 mila euro di fondi pubblici. Da due mesi e mezzo i pescherecci sono usciti forse una dozzina di volte. Gli armatori devono pagare stipendi e spese generali, ma non hanno nulla da vendere e non incassano. Senza aste del pescato, sono a secco anche il mercato ittico e la Cittadella. Però dopo tanta attesa, ieri dalla Regione hanno chiesto i dati delle giornate perse per valutare i ristori. E piove sul bagnato: oggi è di nuovo allerta meteo per mareggiate.

Una cosa che sta facendo ulteriormente imbestialire i pescatori è venuta fuori durante una riunione tra tecnici e politici. Qualcuno – e i pescatori sanno chi – ha detto: "Sono i pescatori che non sanno fare le manovre per entrare e uscire dal porto". È un peccato che, per ragioni grafiche, non si riesca a pubblicare in maniera leggibile la mappa batimetrica aggiornata dalla Capitaneria di porto con l’ultima ordinanza, la 4/24. Le linee isometriche indicano un fondale di 2 metri al faro verde, e uno di 2,5 metri poco a est del faro rosso. In mezzo, in linea obliqua, c’è una striscia dove la sabbia scende tra 4,5 e 5 metri. Ma il famoso o famigerato canalone, che dovrebbe consentire ingresso e uscita al sicuro dalle secche non è un canale. È un ghirigoro che porta verso piazza Mazzini fino al punto invisibile da cui diventa sicuro prendere il mare aperto. Ai lati del ghirigoro le secche salgono e scendono tra 2 e 3 metri di profondità. Per chiarirsi: un’imbarcazione che non sia un gozzetto, quando esce, deve andare un po’ a diritto, poi virare a tribordo, poi leggermente a babordo e subito a tribordo, avanti piano e poi di nuovo virata a babordo, avanti qualche centinaio di metri e finalmente virata a babordo verso il mare aperto.

Peccato che non ci siano boe a indicare il tracciato e le virate, in stile Coppa America. Ma anche se ci fossero il moto ondoso e delle correnti le vanificherebbe in pochi giorni, perché il fondale sabbioso si muove di continuo: ma una cosa è la sabbia che da 5 metri sale a 4,50, altro se da 4,5 metri diventa all’improvviso 2. Se poi arriva l’ondata di traverso... "Non governeremo la lingua italiana – ha detto un pescatore offeso da quella frase sulle scarse capacità della categoria – ma sappiamo governare le barche".

"La più grande marineria da pesca della Toscana rischia di chiudere", lamenta la presidente della Cittadella Alessandra Malfatti. I pescatori, sull’orlo del tracollo economico, hanno cercato ormeggi in altri porti in cui poter lavorare. "Ma non ce li vogliono – ammette Malfattti – Gli altri pescatori che fanno base a Livorno, Marina di Carrara e La Spezia non vogliono altri concorrenti con cui spartire il mare". Chissà, magari se i pescherecci viareggini se ne andassero per sempre, i loro spazi nella Darsena Viareggio potrebbero fare gola a molti. Certo, il porto è insabbiato anche per gli yacht, ma col tariffario barche da 1,5 milioni al metro, i cantieri possono permettersi – come hanno già fatto – squadroni di subacquei per guidare i capitani tra le secche. Purtroppo da novembre non c’è un’azienda della cantieristica che abbia detto una parola sull’emergenza, che evidentemente colpisce solo i pescatori. Viene da pensare che quando riprenderà la stagione dei vari il fondale sarà a posto: Lucia De Robertis (Pd) ha detto di anticipare l’arrivo della draga grande, capace di lavorare anche col maltempo, perché tale appalto era stato deciso dal commissario della Port Authority, Alessandro Rosselli, a marzo. In tempo almeno per la stagione nautica. "Questo è un porto senza solidarietà", dice Malfatti. "La cosa che più sconcerta è che Viareggio taccia. Nessuna voce si leva. Nessuna categoria né industriale, né commerciale che senta il bisogno di dire qualcosa", le fa eco Paolo Annale del Pci.

Ieri però la Dem Valentina Mercanti, che in Consiglio regionale ha dato assicurazioni per lo sviluppo del porto, ha chiamato la presidente della Cittadella. "Ha incontrato con la vicepresidente Stefania Saccardi – riferisce Malfatti – Stanno valutando la possibilità dei ristori. Ha chiesto il il numero di giornate di pesca perdute rispetto alla Marineria di Livorno, per fare il paragone. A novembre e dicembre Livorno ha lavorato 28 giorni. Da noi i pescherecci 6 giorni, le barchette 13. Dal primo gennaio Livorno lavora sempre, noi solo un giorno. E dicembre è il momento di maggior fatturato dell’anno, noi solo 6 o 7. Bisogna capire come quantificare il danno delle cooperative".

Ma Federica Maineri, viareggina e responsabile Pd Toscana per le politiche del mare, ieri ha detto: "La continua guerra del sindaco di Viareggio contro l’Autorità portuale ha rallentato ed ostacolato interventi che potevano essere già stati messi in atto, penalizzando non solo il comparto della pesca ma anche quello della nautica". Niente di nuovo sul fronte del porto.