
Scritte e disegni sullo stadio “Ferracci“ in gestione alla società Titani Rugby
Era diventato un rudere abbandonato, fatto di scarabocchi ed erba alta. Prima di riprendere vita, spazio e aria grazie alla gestione della società viareggina, fondata dall’ex nazionale azzurro Denis Dallan, dei Titani Rugby. Era divenuto preda di vandali e spacciatori, lo Stadio Ferracci di Torre del Lago, poi curato, pulito e rivitalizzato dalla stessa società che, imbracciati decespugliatori e montata sui trattori, ha costruito, restituendola inoltre alla comunità, una nuova casa, per il rugby e per lo sport.
Quella stessa casa che, rinata dal sacrificio, dalla volontà e dall’unione di giovani atleti e dalle loro famiglie, negli ultimi giorni sembra aver subito un salto nel passato, vittima di vandali che l’hanno tappezzata, armati di bombolette spray, di scritte e disegni.
Dichiarazioni d’amore, graffiti, iscrizioni e firme inintelligibili, realizzati da autori anonimi, sono comparse sull’arco e sulle facciate della struttura, a discrepanza della pulizia dello stadio e anche di quello stesso spirito che ha lavorato, duramente, per rimetterlo in sesto e che, in tutti questi anni, ha contribuito a trasmettere a chiunque abbia toccato quell’erba, i valori di rispetto, lealtà e responsabilità: valori funzionali allo sport, come alla vita. "Sono passati sette anni da quando siamo entrati e abbiamo ridato vita allo stadio Ferracci con tanti sacrifici e duro lavoro - scrive infatti la direzione dei Titani Rugby - Purtroppo in questi giorni ci siamo trovati davanti a un gesto che non ha nulla a che vedere con lo sport e con i valori che ogni giorno cerchiamo di trasmettere ai nostri ragazzi. E questo non è rispetto, non è educazione, non è rugby. Il rugby insegna disciplina, amicizia, sacrificio, spirito di squadra e rispetto per le persone e per i luoghi. Sono questi i veri valori che ci guidano e che ogni famiglia dovrebbe insegnare ai propri figli, perché senza educazione non avremo mai un mondo migliore".
E quelle scritte e quei disegni, lasciati, nero su bianco, e blu, sembrano allontanarsi dalla visione di vita, e di gioco, che doverebbe essere di tutti e di cui , per primi, i Titani, si fanno promotori. "Noi continueremo a lottare dentro e fuori dal campo per costruire una comunità forte e sana, dove i ragazzi possano crescere come persone sane - concludono i Titani - I ragazzi devono fare sport, e non possiamo lasciarli in mezzo alla strada. Perché il futuro non si scrive con una bomboletta, ma con impegno e rispetto".