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Un’opera per il Vajont. Scelto Alfio Bichi

L’artista di Stazzema parteciperà al Simposio per realizzare una scultura che entrerà nell’Ecomuseo.

Un’opera per il Vajont. Scelto Alfio Bichi

Il grido di dolore dei bambini coinvolti nella tragedia del Vajont diventerà materia naturale da forgiare. Per dare nuovamente voce a quel doloroso capitolo. L’artista di Retignano Alfio Bichi è tra i 12 talenti che sono stati scelti per realizzare un’opera in legno che entrerà ufficialmente a far parte dell’Ecomuseo del Vajont. Dal 13 al 15 ottobre infatti nel comune di Erto e Casso si terrà un Simposio di scultura (al quale non mancherà anche Mauro Corona che è tra gli organizzatori), un periodo simbolico che vuole celebrare la continuità di vita dopo aver lasciato spazio alla memoria della catastrofe avvenuta il 9 ottobre 1963. La creazione entrerà poi a far parte del patrimonio dell’Ecomuseo. Ai partecipanti verrà dato un tronco di larice alto due metri e mezzo e largo 50 centimetri, da forgiare in modo figurativo: il tema sarà "60° anniversario della catastrofe del Vajont, in ricordo delle vite spezzate dei bambini". "Un amico mi ha informato di questa opportunità – racconta Bichi – e così ho inviato una mail senza troppe aspettative. Invece sono stato scelto e contattato dopo un’analisi del mio stile e delle mie opere che sono perfettamente in linea con le logiche di arte sostenibile caratteristiche di questa importante iniziativa che, tra l’altro, permette di mantenere il prodotto artistico esattamente dove nasce. E anche di operare in mezzo alla gente visto che sarà fatta anche un’estemporanea per mostrare a tutti le fasi creative. Cosa realizzerò? Partirò con la mia motosega e ancora non ho idea di come rappresenterò quel terribile dolore dei bimbi vittime del Vajont. Vivo d’istinto".

Fra.Na.