DANIELE MANNOCCHI
Cronaca

Una strage continua "Basta con i cellulari al volante Servono più pattuglie in strada"

Parla il presidente dell’Associazione Sostenitori ed Amici della Polizia Stradale, Giordani Biserni "Nell’ultimo fine settimana, si contano 17 morti. Nel week end di Pasqua le vittime sono state 40".

Una strage continua "Basta con i cellulari al volante Servono più pattuglie in strada"

di Daniele Mannocchi

Gli incidenti stradali sono la prima causa di morte tra i giovani. Nel 2021, la media è stata di una vittima al giorno. Solo negli ultimi giorni, notizie drammatiche arrivano da Volpago del Montello, da Fasano, da Bondo: ragazzi tra i 20 e i 30 anni, vittime della strada e spesso della notte.

Tra coloro che da decenni si battono per una maggiore sicurezza sulle strade c’è Giordano Biserni, presidente dell’Associazione sostenitori e amici della polizia stradale. Sul sito dell’associazione, vengono raccolti e monitorati i dati sugli incidenti e sui problemi che continuano a insistere sulle strade di tutta Italia. E proprio con lui, in qualità di esperto, facciamo un punto della situazione dopo l’ennesima settimana carica di vittime.

Biserni, da anni lei segue da vicino il problema della sicurezza stradale. Un quadro della situazione?

"Soltanto nell’ultimo fine settimana, si contano 17 morti. Nel week end lungo di Pasqua, se contiamo anche il lunedì, le vittime sono state 40. Sono cifre preoccupanti. Stiamo tornando vicino ai dati del 2019, dopo due anni, il 2020 e il 2021, in cui i vari stop imposti dalla pandemia avevano inciso anche sul fronte degli incidenti".

Il problema sono solo le auto?

"No. Come Asaps, abbiamo creato una geolocalizzazione di pedoni e ciclisti per renderci conto dello ’stato di salute’ di questa mobilità fragile. Emerge che da inizio anno sono già morti 135 pedoni, contro i 111 dello scorso anno. E il dato purtroppo è solo parziale, visto che noi registriamo i decessi immediati e non quelli, ad esempio, che avvengono dopo qualche settimana dal sinistro. In questo settore può essere più precisa l’Istat, che registra i morti fino a 30 giorni dopo l’incidente".

I fatti di cronaca degli ultimi giorni dicono che la categoria più in pericolo continuano a essere i giovani. Come se lo spiega?

"Per quel che riguarda i giovani, le dinamiche sono sempre costituite da una miscela di fattori pericolosa. Nei giovani infatti si cumulano fattori di rischio come l’inesperienza parziale o totale alla guida, e purtroppo la distrazione da uso del cellulare che è un po’ una sbornia del terzo millennio e che ci prende un po’ tutti. Non ce ne rendiamo conto, ma quando uno si distrae per 6 o 7 secondi mentre procede a 50 all’ora, percorre cento metri senza rendersi conto di quel che gli succede intorno. E poi c’è sempre l’ombra lunga degli alcolici che si staglia sui sinistri stradali deio giovani. Ma va detto che qualcosa sta cambiando".

In che direzione?

"Se prendiamo in esame gli incidenti delle notti nei fine settimana, e quindi dalle 22 alle 6 tra venerdì e sabato e tra sabato e domenica, nel 2001 abbiamo avuto oltre 900 morti, mentre nel 2021 sono stati circa 300".

Come si spiega?

"I morti sono diminuiti grazie agli interventi messi in campo proprio per contrastare questo fenomeno. Noi ad esempio ci siamo mobilitati per la riduzione degli orari delle discoteche e per fermare la somministrazione di alcolici dopo una certa ora. E poi non bisogna dimenticare l’uso degli etilometri in modo massiccio e l’inasprimento delle sanzioni, a partire dalla confisca del mezzo per finire con l’introduzione della legge sull’omicidio stradale nel 2016".

C’è ancora molto da fare, però.

"Senza dubbio. Basti pernsare che permane lo zoccolo duro di vittime tra pedoni e ciclisti: abbiamo troppa confidenza con velocità che riteniamo gestibili. Pensiamo di governarle con facilità, ma anche solo andando a 50 all’ora servono 27 metri per fermarci: il tempo di reazione medio è di un secondo, e già così servono 14 metri, e poi c’è il tempo della frenata. E questo dato contempla una concentrazione massima".

Come si può migliorare secondo lei?

"Bisogna che le regole siano applicate per tutti, penso ad esempio al caos dei monopattini. E poi bisogna riformare il Codice della Strada nella parte che riguarda la sospensione della patente per chi usa il cellulare: alla prima violazione bisogna punire. Infine, bisogna che le divise tornino fisicamente a essere una presenza costante sulle nostre strade. Il numero di pattuglie è calato verticalmente negli ultimi anni, si parla di un 30 per cento in meno con decine di distaccamenti chiusi. Pure quello di Viareggio ha subìto questa sorte. Se continuiamo su questa strada, nel medio termine avremo un ritorno della sinistrosità non più governabile".