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"Una "Serata d'onore" a Torre del Lago per celebrare Caruso e Puccini"

Il Festival Puccini omaggia Enrico Caruso con un concerto di musica, immagini e racconti che tracciano la gloriosa vicenda artistica del grande tenore in rapporto a Puccini e alla sua musica. Protagonisti l'orchestra del Festival e artisti della Puccini Festival Academy. Un evento da non perdere!

Ancora un omaggio a Enrico Caruso dal Festival Puccini con il concerto “Serata d’onore” in programma stasera (alle 21.15) nell’Auditorium del Gran Teatro di Torre del Lago. Una serata tra musica, immagini e racconti che traccia il profilo del grande tenore in rapporto a Puccini e alla sua musica.

Protagonista l’orchestra del Festival Puccini e gli artisti della Puccini Festival Academy, Francesca Mannino, soprano, Marianna Mappa, soprano, YuJie Zhou, soprano, Carlo Eugenio Raffaelli, tenore, Choi Seung Pil, basso, guidati dalla bacchetta di Fabio Maestri, mentre il drammaturgo e scrittore Simone Dini Gandini accompagnerà il pubblico con narrazioni della gloriosa vicenda artistica di Enrico Caruso interprete dei capolavori pucciniani. Fu Caruso a tenere a battesimo a New York la Fanciulla del West. Il racconto parte però dall’estate del 1897, quando quel ragazzotto di soli 24 anni che ancora in pochi conoscevano scese alla stazione di Torre del Lago. Un incontro determinante per la carriera del giovane artista cresciuto tra i vicoli di Napoli ma che con il suo intuito, la sua intelligenza e la sua arte determinò la nascita della moderna figura della star; un artista che nonostante gli ingaggi milionari, rimarrà sempre un ragazzo dei vicoli di Napoli, senza mai dimenticare le proprie radici e che in America, si esibiva gratis per gli emigranti, per gli ultimi di Brooklyn e di Little Italy. Il titolo del concerto è mutuato dalla serata d’onore per il tenore Enrico Caruso che il teatro Goldoni di Livorno organizzò il 29 luglio del 1897. Fu in quella occasione che il Teatro Goldoni annunciò, poi, l’intenzione di mettere in scena La Bohème di Giacomo Puccini. L’impresario Lisciarelli, fiutando l’importante opportunità economica, decise di scritturare Caruso, giovane con poca esperienza ma non esoso nelle richieste. Ma Puccini avrebbe accettato di far interpretare Rodolfo da un giovane sconosciuto? La risposta al Gran Teatro.