
Una preghiera blues Nick e le sue Crazy Legs "C’è una danza nuova oggi nella mia vita"
Lucia
Agati
E’ uno dei più grandi bluesman, un artista di respiro internazionale, con quattordici edizioni di Pistoia Blues e la collaborazione con gli artisti più prestigiosi. Nick Becattini, pistoiese, sessant’anni compiuti il 21 agosto, ma sembra sempre un ragazzo, si prepara, con grandissima emozione, all’uscita del suo nuovo album. E’ qualcosa di più di un cd. C’è tutta la sua vita di uomo e di artista che da qualche tempo convive, con profonda fede e lucida determinazione, con una malattia che gli ha compromesso i movimenti delle gambe e delle mani. Difficile dunque, con le sue “gambe matte“ ballare groove e suonare la chitarra. Ma ci sono tante altre cose nella sua vita. E Nick, oggi, ci apre il suo cuore.
"Il mio nuovo album esce in questi giorni. È una raccolta di composizioni, ogni brano è una tappa della mia vita e comprende il percorso che sto affrontando adesso. L’ultimo disco risale al 2020, quando suonavo ancora bene. Ma un anno fa ho cominciato ad avere problemi alle mani e allora ho pensato di tirar fuori dal cassetto tutto quello che avevo scritto e messo via: Blues, fusion, ballad. Ci ho lavorato tutta l’estate e poi sono andato da Francesco Foti, che ha uno studio di registrazione magnifico, a Viareggio, insieme a Gianni Bini. Si chiama House of Glass Studio. Ci ha registrato anche Raffaella Carrà. Quindi siamo entrati nella fase di pre-produzione: si lavora al computer, con strumenti virtuali, ma ci sono tutti...bassi, violini, batteria. È una fase che ci consente di avvicinarci alla forma finale. "Nell’album, che ha la grafica di Letizia Mugri, ci sono anche tanti ospiti, fiati, coristi, armoniche. Ringrazio dunque la mia band, Francesco Foti e Flavio Lenzi, per il cd. Ogni brano ha un significato profondo per me. "A partire dal primo che si intitola “Doctor said” quando il medico mi ha detto cosa avevo, con franchezza. E io, dopo il primo sgomento, mi sono messo subito a rimettere le cose in ordine. Poi c’è “Crazy Legs“, le mie gambe matte, che non possono più ballare sul palco come facevo sempre, al ritmo del groove. "C’è dentro tutta la mia vita. Ho suonato in tutta Europa, negli Usa e in tutta l’Italia. Ora affronto questa cosa con la fede, che per me è molto importante. Ho capito profondamente il significato della Croce. Ho capito cosa significa affrontare tutti i giorni il sacrificio. Ma senza piangersi addosso però. Sono cresciuto in una famiglia molto credente, ma è verso i trent’anni che mi sono riavvicinato alla fede. Dopo esperienze spirituali molto forti. Ovviamente la malattia ha reso la mia fede, già esistente, ma a volte diradata, più profonda ed efficace.
"Ho conosciuto la mia seconda moglie, Luisa Panichi, a Viareggio. C’è una canzone dedicata a lei, si intitola Holy Tire. Una sera venne a trovarmi, forò una gomma della sua auto di fronte a casa mia. Le dissi “Rimani stanotte! La gomma te la cambio domani...“. E ci siamo sposati. Viviamo a Camaiore e oggi abbiamo due figli. La più grande è Bambi. Sì, Bambi è il suo vero nome. Quando lo abbiamo scelto per lei, Luisa e io ci siamo presentati all’ufficio anagrafe con un po’ di titubanza e un nome di scorta, un piano B. Ma lo hanno accettato, e noi ne siamo stati felici. Ha sedici anni. C’è una canzone anche per lei in Crazy Legs. Si intitola Bambi Shuffle. Nel disco parlo di lei come BB King parla della sua chitarra Lucille. Bambi ha la sindrome di Down. È meravigliosa. Il nostro dono. La nostra fortuna. Fa ginnastica artistica da quando aveva tre anni. Ora è stata convocata ai mondiali di Berlino. Agli Special Olimpics. Quando è arrivata la convocazione siamo stati una settimana senza parlare. Dall’emozione. Poi c’è Marco, il nostro secondo bambino, che ha undici anni. A lui ho dedicato il mio nuovo album, perchè non si arrenda mai. È intellettualmente vivacissimo. Per ora della musica non vuol sentire parlare. Ma per il prossimo anno, alle medie, ha scelto chitarra. Sono contento.
"E poi c’è il progetto dello Stella Maris di Calambrone. Qualche tempo fa mi ha chiamato il presidente della Fondazione, Giuliano Maffei. È una persona straordinaria. Segue i suoi sogni con determinazione e insieme a Giovanni Niccolai vuole costruire, a Cisanello, un ospedale pediatrico per la neuropsichiatria infantile. Occorrono venticinque milioni di euro. Lui ha una fede immensa e li troverà. E io ho deciso di aiutarlo. Come artista mi ha coinvolto nel progetto “Io ci sono”, di cui fanno già parte tanti altri artisti italiani. Così ho scritto una canzone dedicata alla Madonna, si intitola “Stella del mattino”. Sono contento di questa canzone. È delicata. Spero così di poter coinvolgere altre persone, altri artisti per invitare tutti a fare una piccola donazione. Perchè il nuovo ospedale potrà aiutare tanti bambini e tante famiglie in difficoltà. E’ un progetto importante e coraggioso. È una cosa così grande sentirsi parte di ciò che è più grande di noi. Siamo gocce che portano al mare".