
Una barbarie senza fine Dall’inizio dell’anno già 90 donne accolte al Centro antiviolenza
"Con il lavoro che faccio, non avrei pensato di arrivare a chiedervi aiuto". È solo una delle tante voci che in questi mesi si è rivolta alla Casa delle donne. I numeri parlano chiaro. Sono già 90 le donne accolte nei primi mesi dell’anno dal Centro antiviolenza "L’una per l’altra" della Casa. Di queste, ventotto sono nuove, in prevalenza italiane, con un’eta che va dai 30 ai 50 anni. Ma si riscontra anche per questo anno un aumento nella fascia 18-29.
"È un’emergenza che colpisce ogni classe sociale. Nel caso delle giovanissime si va dalle molestie, allo stalking, alla violenza sessuale. Nel resto dei casi è sempre la violenza psicologia a prevalere, cui seguono quella fisica ed economica", sottolinea Elisa Petrini, coordinatrice del Centro. Il comune con più richieste è sempre Viareggio, il più popoloso, poi Camaiore, Pietrasanta, Seravezza e Massarosa. La maggior parte ha un lavoro precario. A subire violenza sono donne coniugate con il marito maltrattante, oppure anche da un ex compagno. "E’ il classico insospettabile — evidenzia l’operatrice — nel 90% dei casi italiano, con un’occupazione stabile e con un’eta che va dai 30 ai 60 anni. L’uomo della porta accanto che non desterebbe mai alcun sospetto".
Non c’è solo chi si presenta al Centro: sono infatti già 160 in questo anno le chiamate, di queste 66 donne che non lo avevano mai contatto prima. "L’amore non può accettare la violenza — ribadisce Ersilia Raffaelli, presidente della Casa della donne — noi non siamo contro gli uomini, ma contro quelli violenti. Purtroppo c’è ancora troppa indifferenza e sottovalutazione del fenomeno. Per questo c’è da impegnarci in un’opera di prevenzione e contrasto alla violenza. L’obiettivo è raggiungere la parità nella differenza".
Numeri alti anche nel 2022. Duecentouno le donne in totale che anno chiesto aiuto al Centro: 133 nuove e 68 già in carico dall’anno precedente. Delle 133 donne nuove per 120 si è attivato un percorso al centro. I profili, di età e classe sociale, sono molto simili a quelli del 2023. E’ sempre Viareggio il comune che chiede più aiuto, con 84 donne, ma ci sono state anche 11 donne fuori provincia e 4 da fuori regione. Il livello di istruzione va dal diploma alla laurea, anche se in percentuale minore.
Altri numeri dalla casa rifugio a indirizzo segreto, in attività dal 2018, e nelle altre strutture. Nel 2022 e nei primi mesi del 2023 sono state accolte alla casa rifugio 4 donne e 6 bambini. Tre dalla Toscana e una da fuori. Nella casa di seconda accoglienza 2 donne, una con figli, una senza. Nella casa di emergenza 3 donne. "Siamo molto felici che alcune delle donne accolte nella casa rifugio e in quella di seconda accoglienza abbiano trovato dei tirocini retribuiti — afferma Lara Turrini, coordinatrice della casa rifugio — C’è invece una donna che avrebbe trovato una casa con la Fondazione Casa Lucca ma non ha un lavoro per pagarla". Trenta invece le donne che si sono rivolte allo sportello lavoro.
"Molte donne si trovano fuori dal mondo del lavoro, trovano lavori stagionali, ma il punto è che non hanno l’automobile e non riescono a combinare gli orari di lavoro con la cura dei figli", dice Alessandra Cinquini, operatrice. La Casa poi ha costituito insieme a Anpi, Arci, Legambiente, Libera, Maschile plurale una "Rete per la pace". "Viviamo comunque in un tempo in cui la morte è così vicina in ogni momento. Basti pensare alla strage di Cutro, ma anche alla guerra in Ucraina", sostiene la presidente. Tra le altre iniziative, la vendita per Pasqua di uova e colombe. Raffaelli interviene anche sul finanziamento di 9 milioni ai Cuav, centro per uomini autori di violenza. "Non vorremmo che poi non mancassero i soldi per gli altri centri".
Alice Gugliantini