FRANCESCA NAVARI
Cronaca

La truffa delle false prenotazioni: hotel di lusso sporge denuncia

Società incassa i soldi delle mediazioni e sparisce

L’avvocato James Popper tutela i titolari di un hotel truffati da una società grazie a carte di credito clonate

Forte dei Marmi (Viareggio), 7 maggio 2016 - Il miraggio di 20mila euro di camere prenotate da ricchi turisti russi e una fantomatica società che prende i soldi per la mediazione e poi sparisce nel nulla. Niente più sito di riferimento, contatto telefonico o altro. E la truffa è servita. A denunciare il fatto è il noto proprietario di un lussuoso hotel di Forte dei Marmi che ha sporto denuncia ai carabinieri, anche se pare che il ‘giochetto’ abbia già mietuto altre vittime in Italia. Secondo quanto riferito agli uomini dell’Arma – che hanno immediatamente avviato le indagini – agli inizi di aprile l’albergatore viene contattato dal sedicente rappresentate di una società di Milano per un soggiorno di 10 stranieri dal 9 al 28 maggio. L’affare va in porto: i preventivi vengono accettati e l’imprenditore riceve così i nominativi dei clienti e il numero delle carte di credito di ciascuno, con contestuale autorizzazione ad addebitare sulle stesse il costo del soggiorno.

Tutto pare filare liscio, tanto che il proporietario dell’hotel fa un bonifico di circa 1.200 euro alla società per aver procacciato i turisti (tutti russi). Dopo pochi giorni la società torna alla carica: ancora allettanti prenotazioni in bassa stagione, dal 30 maggio al 4 giugno, sempre per clienti dell’ex Urss, con tanto di nome e codici della carta. E il previsto incasso per l’hotel lievita a circa 20mila euro. Ma quando l’imprenditore si accinge ad effettuare il secondo bonifico per le provvigioni, ecco che viene contattato dal servizio sicurezza esercenti Carta Sì che lo informa che tutte le transazioni eseguite in precedenza dovevano essere stornate, in quanto tutte fatte con su carte clonate in Olanda.

"Da un’analisi accurata – spiega l’avvocato James Popper che ha formalizzato la denuncia – è emerso che la società non esisteva, che il sito internet non era riferibile ad alcuna azienda e che l’iban sul quale era stata pagata la commissione corrispondeva a conti di Banco Poste a Roma, con partita iva corrispondente a altra società del tutto estranea".

Ovviamente irreperibili telefonicamente i referenti della srl che, sospettano gli investigatori, possono aver colpito anche in altre stutture in Versilia.