Viareggio, 29 settembre 2024 – Al termine dei riscontri, il consolato generale del Marocco a Bologna ieri ha confermato l’identità di Noureddine Mezgui. Che ventiquattro anni fa è arrivato in Italia, da Casablanca, senza permesso di soggiorno. E qui, a Viareggio, si era presentato come Said Malkoum dall’Algeria per eludere all’ordine di rimpatrio. Per questo, con il nome di Said è stato identificato dalle autorità appena dopo la sua morte. Quando, domenica 8 settembre, è stato investito e ucciso lungo via Coppino dall’imprenditrice Cinzia Dal Pino.
La donna l’aveva riconosciuto come il ladro che, all’uscita dal ristorante, le era piombato in auto e, “sotto minaccia” ha raccontato lei durante l’interrogatorio di garanzia, le aveva rubato la borsetta. Così, subito dopo quel colpo disperato, l’ha inseguito per circa duecento metri con la macchina, e l’ha travolto per quattro volte. Per poi lasciare l’uomo agonizzante sul marciapiede, dove una coppia l’ha trovato facendo scattare i soccorsi. Ma per lui non c’è stata alcuna speranza. Attraverso i filmati della videosorveglianza, che puntano sulla strada, l’indomani la Polizia è riuscita a rintracciare e ad arrestare l’imprenditrice con l’accusa di omicidio volontario.
A pochi giorni di distanza dalla drammatica vendetta, da Casablanca l’emittente Chouf.Tv ha rilanciato l’appello di due donne, che hanno riconosciuto nella vittima, in quello che sulle cronache era Said, il loro fratello. Noureddine. Da quel momento, restando in contatto con l’avvocato Enrico Corboni, il consolato ha avviato i riscontri per accertarne l’identità. Percorso che si è compiuto ieri, e dunque il pubblico ministero potrà ora mettere la salma a disposizione della famiglia per il rimpatrio. E nella sua casa, da cui si era allontanato 24 anni fa senza più fare ritorno, Noureddine sarà sepolto.