Tiziano Nicoletti: "Con 4 milioni il Piazzone si può riqualificare. E poi canoni calmierati"

L’esponente di Spazio Progressista ripropone il suo progetto alternativo "Ma tutti devono pagare, anche perché da lì sono venuti molti debiti del dissesto. Le elezioni? Serve il campo largo e una totale discontinutà con l’attuale giunta".

Tiziano Nicoletti: "Con 4 milioni il Piazzone si può riqualificare. E poi canoni calmierati"

Tiziano Nicoletti: "Con 4 milioni il Piazzone si può riqualificare. E poi canoni calmierati"

Da ragazzo lo chiamavano Rambo ("ero fissato con Silvester Stallone", racconta). Oggi non gira più con la fascia rossa legata alla testa e sebbene, indossi gli abiti blu dell’avvocato e anche la toga quando è in Tribunale, capita che qualcuno lo saluti ancora con "ciao Rambo". "Anche se il mio vero soprannome – svela seduto nella nostra redazione – era ed è Papalla".

E da cosa deriva?

"Lo so che sembrerà strano, vista la mia altezza, ma da bimbo giocavo a pallacanestro e il mio primo allenatore, Franco Ghimenti detto Gancio, mi affibbiò quel soprannome".

Ma non ci sono solo le aule di giustizia nella vita di Tiziano Nicoletti. Dopo che Sandro Bonaceto si è dimesso è entrato lui in consiglio comunale dove è capogruppo (’monocomposto’), appunto, della Lista che porta il nome dell’ex candidato sindaco. Ma è anche leader di Spazio Progressista. Ed è in questa veste che lo incontriamo.

Avvocato, lei ha una soluzione diversa per il Piazzone?

"Sì e l’ho presentata sin dal settembre 2021".

In che cosa consiste?

"È un progetto che non prevedeva l’aiuto del privato. L’immobile sarebbe rimasto nella disponibilità della città. E dal momento che non prevedeva alcun stravolgimento del loggiato non si sarebbe arenato davanti della Soprintendenza".

E il piano finanziario?

"A settembre del 2021 dissi che bastavano tre milioni di euro. Oggi, anche a seguito della guerra e la conseguente lievitazione dei prezzi, credo che ne servano almeno quattro".

Un milione in più rispetto alla cifra che metterebbe il Comune sul project tenendo conto dei costi aggiuntivi di 2,1 milioni annunciati dal sindaco. Ma rispetto al project financing come starebbe economicamente in piedi il vostro progetto?

"Con la riscossione dei canoni delle concessioni dei fondi. La differenza tra privato e pubblico e che quest’ultimo non deve fare profitto".

A lei risulta che c’erano esercenti con debiti da migliaia di euro nei confronti del Comune? E questo ben prima del Covid e della crisi attuale?

"Sì ed è anche vero che nel 2021 i concessionari morosi erano stati tutti sfrattati. Peraltro proprio quei debiti rappresentavano una delle voci più grosse che portò al dissesto dell’amministrazione viareggina".

Con lei, nel 2021, a presentare il progetto c’era l’architetto Daniele Giannini, che nel 2005 collaborò con il sindaco di allora, Marcucci, ad un piano di riqualificazione di Piazza Cavour. E quel giorno ammise: "All’epoca ho commesso un grave errore: ho pensato che potesse diventare una macchina da soldi. Ma la realtà commerciale che noi pensavamo in piena evoluzione era invece moribonda". A fronte di questo crede ancora che possa autosostenersi?

"A maggior ragione. I canoni concessori del pubblico sono sicuramente inferiori rispetto a quelli del privato. Il pubblico deve solo coprire le spese. Nel piano finanziario del project ogni concessionario dovrebbe pagare, oltre al canone, un 30% delle spese di gestione (pulizia, videosorveglianza, vigilanza privata). La gestione pubblica sarebbe più gestibile rispetto a quella pubblica".

Quindi lo riproponete?

"Ora temiamo che sia tardi. Dal disimpegno dell’amministrazione nei confronti del mercato sono passati sette anni....".

Però nel mezzo ci sono stati i ricorsi degli stessi esercenti...

"I ricorsi non hanno ostacolato in alcun modo l’iter del project financing. Lo dimostra il fatto che i ricorsi non abbiano ottenuto la sospensiva e siano stati respinti per mancanza di legittimazione ad agire. Se il privato era sicuro di quello che andava a fare, non doveva avere timore ad iniziare i lavori. Il tema è un altro".

Quale?

"Sono fermi davanti alla Soprintendenza".

A causa dei chioschi...

"Non solo. La prima parte si è fermata per l’aumento volumetrico del loggiato centrale e perché il progetto prevedeva anche l’utilizzo della terrazza che non è possibile. Poi, sì, è emerso anche il problema dei chioschi".

Dove possono essere collocati?

"Ai titolari dei chioschi potevano essere proposti fondi a canoni calmierati".

Ma se inizia a fare eccezioni come si autosostiene?

"Comunque sia, prima di annunciare lo spostamento in piazza Santa Maria, in via preliminare andava concordato insieme un’eventuale nuova collocazione".

Recentemente avete incontrato il Pd. Vi preparate ad un’alleanza elettorale?

"Spazio Progressista sta svolgendo la sua missione di lievito madre del centrosinistra. Ovvero il compito di ricomporre il quadro politico viareggino distinguendo chi sta con le forze progressiste ecologiste e attente al sociale, da chi invece pone in essere politiche di destra e populiste".

Solo con il Pd?

"No, con tutti: da Sinistra Italiana alla Repubblica Viareggina, dalle associazioni ambientaliste e di volontariato al Movimento 5 Stelle".

Anche con qualcuno dell’attuale giunta?

"Secondo Spazio Progressista alle prossime elezioni ci dovrà essere discontinuità totale con la giunta Del Ghingaro".

Ma la maggioranza di quella giunta è di centrosinistra?

"Giorgio del Ghingaro è un uomo di destra che governa con politiche di destra, con uomini di destra, ma con i voti del Pd".

Quelli dei vostri nuovi alleati...

"Il quadro politico non è ancora ricomposto, c’è ancora tanto lavoro da fare".