
Nicoletti smentisce la lite con il Pd, ma in Spazio Progressista la tensione è alta “Casa Viareggio“ accusa Maineri. E lei replica: "Noi pensiamo alla città".
VIAREGGIO
"Io non ho litigato con nessuno del Pd". L’avvocato Tiziano Nicoletti è perentoreo. Una versione confermata anche dal capogruppo del Pd, Dario Rossi. Tanto che entrambi insieme al segretario comunale dem Filippo Ciucci si fanno fotografare, insieme, sotto al Comune.
Eppure quell’assenza in consiglio comunale lunedì quando si discuteva del progetto del Piazzone ha fatto rumore. E, soprattutto, ha fatto emergere i malumori tra quanti, nell’area di Spazio Progressista, chiedono una netta discontinuità su alcuni temi cittadini "dal Piazzone alla Via Del Mare: come precondizione per sederci al tavolo del Cantiere del centrosinistra". E, quasi sicuramente, è stato questo l’innesco del "vivace confronto" che ha animato la vigilia del consiglio comunale di lunedì e che ha spinto Nicoletti a non partecipare alla seduta del consiglio Comunale. Senza neanche mandare una giustificazione, come fatto invece dai consiglieri assenti della Lega (Canova è uscita prima del voto). Insomma una “furibonda lite con il Pd“ non ci è stata, perché in realtà è stata "per il Pd" (e interna a Spazio Progressista).
E restano agitate le acque anche in casa della Lega, nonostante ieri, i cinque consiglieri comunali abbiamo firmato un documento in cui affermano di respingere "al mittente le solite e consuete strumentalizzazioni del Sindaco di Viareggio, esclusivo frutto della sua mera fantasia". "In particolare – scrivono Alessandro Santini, Maria Pacchini, Alberto Pardini, Walter Ferrari e Barbara Canova – ci riconosciamo tutti nella linea politica espressa riguardo il mercato, come rappresentata e dibattuta con capacità e fedelmente da Alessandro Santini (foto)". "Le assenze di alcuni di noi – concludono i rappresentanti della Lega – erano tutte ampiamente giustificate da ragioni di lavoro oggettive e comprovate oppure da motivazioni strettamente personali ed indifferibili". Ma a taccuini chiusi, qualcuno mostra le chat interne con scambi di vedute particolarmente "accesi". Non solo. Qualcun altro commenta "è ben peggio di così". Sullo sfondo le alleanze in vista delle prossime elezioni provinciali in cui non tutti nel Carroccio (a Viareggio e non solo) hanno gradito "la mozione minestrone". Così in aula di cinque sono rimasti in due.
Ma tensioni ci sono anche nella maggioranza. Dopo le parole di sabato dell’esponente dem, Federica Maineri ("alcuni esponenti dell’attuale maggioranza sono tornati a bussare alla porta di via Regia") pur senza svelare i nomi, molti si sarebbero aspettati una nota di smentita. Invece a 72 ore di distanza nessun comunicato ai quotidiani a parte qualche post, ’’copia e in colla’, su alcuni profili Fb personali, apparsi più come un’excusatio non petita, accusatio manifesta.
Nel frattempo, però, è arrivata un nota di Casa Viareggio (le liste civiche che sostengono la giunta Del Ghingaro) in cui, ’’piegando’’ le frasi pronunciate in conferenza stampa e riportate dai quotidiani, Maineri viene accusata di avere "un interesse di parte che come tale ella antepone all’interesse dell’intera città". Parole che spingono la diretta interessata a puntualizzare che "in realtà avevo risposto: le amministrazioni cadono per volontà dei consiglieri di maggioranza e non di minoranza. Per questo, quindi, è sulla mancata realizzazione del progetto che noi (ora opposizione) baseremo la nostra vittoria elettorale".
In fondo la politica è anche questa. E i retroscena da sempre raccontano molto di più di quanto è contenuto nelle veline ufficiali. Così, come, restano i fatti, che si sa, sono ostinati. Più di mille discorsi o giri di parole.
Tommaso Strambi