Summit delle spiagge. Piccole città d’inverno ma metropoli d’estate: "Ora serve uno status"

Anche Viareggio presente al G20 dei comuni balneari riunito a Caorle. L’appello alla politica: "Subito la legge per istituire le comunità marine".

Da (più o meno) piccole città a “metropoli“ stagionali. È la mutazione che alcuni comuni costieri (con meno di 65mila abitanti) vivono con il cambio di stagione. Venti comuni in Italia, di cui fa parte anche Viareggio (insieme a Bibbona e a San Vincenzo per la Toscana), che da soli attraggono ogni anno 50 milioni di presenze turistiche, pari al 12% del turismo di tutta Italia, e che, tutti insieme, compongono il G20Spiagge, che si è riunito a Caorle, in Veneto, nel summit annuale “Mari futuri, progettare la complessità“.

E proprio per progettare il turismo balneare che verrà, da Caorle, si è rinnova la richiesta forte e chiara del riconoscimento dello status di specificità balneare. Un po’ come nel 1952 avvenne per la specificità montana. "Perché – hanno ribadito gli amministratori che hanno partecipato all’incontro – dalla sicurezza alla sanità, passando per la raccolta dei rifiuti, tutti i parametri sono legati alla popolazione residente e non alle migliaia di turisti che ogni estate la fanno lievitare".

Per questo i Comuni del G20Spiagge hanno firmato un appello bipartisan per chiedere che la proposta di legge sullo “Status di comunità marine“ "Arrivi in Parlamento in tempi brevi: diversamente le destinazioni balneari italiane non saranno in grado di competere nel mercato turistico internazionale". Concretamente lo status di città costiere permetterebbe un riconoscimento delle peculiarità delle cittadine di mare con funzioni amministrative e risorse finanziarie specifiche. La legge dovrebbe infatti modificare in modo sostanziale il rapporto tra cittadini residenti e turisti e dare maggiori possibilità ai consigli comunali nella pianificazione dei bilanci, liberando risorse a favore degli abitanti. Nuove regole anche per poter impiegare i proventi della tassa di soggiorno nella forma più opportuna per i residenti. "Anche nel corso del summit di Caorle – ha detto la sindaca di Riccione, Daniela Angelini – tutti i rappresentanti del Parlamento hanno condiviso la necessità della “Comunità marine“". Ma dopo le parole "È il momento dei i fatti. Perché abbiamo bisogno di normative che tutelino le nostre amministrazioni".