Sul tetto in segno di protesta. L’urlo disperato degli operai: "Non ci pagano da tre mesi". Quattro lunghe ore di tensione

Sette dipendenti di una ditta di Milano sono saliti sui capannoni dello scultore Park Eun Sun . Trattative e rimpalli, poi la società che ha il cantiere in appalto ha effettuato i bonifici.

Sono saliti ieri mattina sul tetto del capannone in cui stavano lavorando attraverso un ponteggio sul retro. Su di corsa, chi con la felpa, chi in maglietta, uno col cappellino e il volto parzialmente coperto. E così, con il sole in faccia, a 12 metri d’altezza, mentre sotto è iniziato un viavai di pattuglie e ambulanze, hanno deciso di reclamare a quel modo i loro diritti, urlando la loro disperata richiesta e inscenando qualcosa di eclatante che attirasse l’attenzione di tutti. Sono rimasti in quella posizione per quattro lunghe ore sostenendo di non ricevere lo stipendio da tre mesi. La protesta messa in atto da sette ragazzi egiziani, dipendenti della ditta “Kanian edilgroup“ di Milano, è scattata ieri intorno alle 10 in una traversa di via Garibaldi, poco prima dell’ingresso sud di Pietrasanta, ed è terminata dopo una serie estenuante di trattative una volta che la società titolare dell’appalto ha deciso di anticipare somme per 20mila euro per scongiurare gesti estremi. Basti pensare che i vigili del fuoco hanno piazzato un gonfiabile nonostante gli operai non abbiano mai minacciato di buttarsi di sotto.

I capannoni sono quelli che fino a poco tempo fa ospitavano una storica vetreria, per poi essere acquistati dallo scultore coreano di fama mondiale Park Eun Sun, cittadino onorario di Pietrasanta e protagonista della prossima mostra dell’estate. L’artista ha affidato la costruzione dei capannoni alla “Taddei Massimo“ di Camaiore, la quale ha assegnato il subappalto alla “Stagetti work cartongessi“ di Pietrasanta e quest’ultima, a sua volta, alla “Kanian edilgroup“ di Milano. I contrasti sugli stipendi vanno quindi inseriti in questo dedalo di rapporti contrattuali. E probabilmente di tensioni che andavano avanti da tempo, anche perché gli operai, mentre dall’alto urlavano le loro ragioni, hanno tirato in ballo altri cantieri in cui sono occupati senza aver ricevuto, secondo loro, quanto dovuto. Sta di fatto che la loro protesta ha attirato l’attenzione di tutti coloro che a piedi o in macchina entravano e uscivano da Porta a Lucca, oltre ai residenti della zona. Sul posto si sono fiondati carabinieri, polizia, vigili del fuoco, polizia municipale e le ambulanze della Croce Bianca di Querceta e della Croce Verde di Forte dei Marmi. Fino all’arrivo, verso le 13,15, del sindaco Alberto Giovannetti, che ha riunito tutti i presenti affinché fosse trovato un accordo dopo i tentativi effettuati in precedenza da Michele Rossi della Cgil per convincerli a scendere.

"Siamo in pari con i pagamenti – ha ripetuto più volte Galiano Salvatori, responsabile della ’Stagetti’ – come dimostra anche la fattura emessa il 6 febbraio con pagamento a 30 giorni, per legge e come da accordi. Ma in questo periodo sono emerse probelamtiche su alcuni lavori, tant’è che lunedì abbiamo comunicato alla ’Kanian’ la necessità di prenderci 15 giorni per ripristinare i lavori eseguiti non a regola d’arte e liquidare la ditta il prima possibile. Dispiace per quanto accaduto, abbiamo sempre rispettato i tempi. Piuttosto parliamo degli alberghi e delle case in cui li avevamo sistemati ma da cui sono stati buttati fuori a causa di comportamenti discutibili". A metterci una pezza, infine, è stata la ditta “Taddei“, a cui Park Eun Sun aveva assegnato l’appalto lo scorso maggio. Dopo aver emesso lunedì un bonifico di 10.850 euro per la ’Stagetti’ per saldare i lavori eseguiti fino ad oggi, ieri mattina ne ha versati altri due da 10mila euro l’uno per tamponare la situazione in attesa di fare i conti (in tutti i sensi) con la ditta. La protesta è poi terminata alle 14: nei confronti degli operai non è scattata nessuna denuncia.

Daniele Masseglia