REDAZIONE VIAREGGIO

Street food in pineta Dilaga il fronte del no

Confesercenti e Lega si schierano contro l’iniziativa varata dalla giunta comunale

Confesercenti Toscana Nord e Lega si oppongono allo street food in pineta. In particolare, l’associazione di categoria preme per "un regolamento condiviso con gli operatori della Pineta di Ponente, affinché le iniziative estive si svolgano nel pieno rispetto delle normative e senza danneggiare le attività presenti", e per "posticipare a settembre i primi due eventi di slow food" previsti nel calendario estivo, in modo da non doversi confrontare con un’ulteriore concorrenza in questa fase delicata. "La Pineta di Ponente ha bisogno prima di tutto di tornare accessibile sempre, senza la spada di Damocle dell’allerta meteo con la conseguente chiusura automatica – spiegano Rosita Bonuccelli, Barbara Taddei e Lamberto Lumbrici del direttivo Pineta di Confesercenti Versilia – , poi pensiamo a programmare in tranquillità gli eventi estivi dopo aver garantito le riaperture delle attività presenti".

Il direttivo chiede dunque all’assessore Meciani la condivisione di un regolamento ferreo al quale chi organizza gli eventi debba sottostare. "Primo, l’obbligo che i mercatini e altre iniziative siano svolti su tutta la pineta, da via Vespucci e via Marco Polo, in modo da coinvolgere tutte le attività presenti. Poi, l’obbligo di posizionare servizi igienici in modo da non gravare sulle singole attività presenti, come accaduto in passato. Infine, regole precise sul distanziamento dei banchi".

Ancora più decisa l’opposizione della Lega. "Rimaniamo basiti di fronte alla scelta dell’amministrazione di assecondare la richiesta di otto fine settimana di street food in Pineta, quando dall’altra parte ci sono ristoranti e altre attività di somministrazione chiusi da mesi che non aspettano altro che poter tornare a lavorare – la posizione dei consiglieri Alessandro Santini, Alberto Pardini, Maria Pacchini e Walter Ferrari – ; il caso è grave per due motivi: uno legato al dialogo con le categorie; il secondo è la ‘coltellata alle spalle’ inflitta alle attività di ristorazione della città, già provate da chiusure e prescrizioni".