MARTINA DEL CHICCA
Cronaca

Strage, processo al settimo atto. Ma pende un ricorso straordinario presentato dai legali delle difese

L’avvocato di parte civile Carloni fa il punto sull’iter giudiziaro dopo la sentenza dell’Appello Ter "Ritenuta congrua l’applicazione delle attenuanti generiche concesse nelle misure di un nono" .

Daniela Rombi del comitato dei familiari delle 32 vittime e, sopra, l’avvocato di parte civile Riccardo Carloni

Daniela Rombi del comitato dei familiari delle 32 vittime e, sopra, l’avvocato di parte civile Riccardo Carloni

Dopo sedici anni, circa 250 udienze e sei gradi di giudizio, si avvia verso le fasi conclusive l’iter giudiziario per la strage ferroviaria del 29 giugno 2009. Il processo d’Appello Ter, martedì, ha confermato integralmente le decisioni prese dai giudici di secondo grado nell’Appello Bis, concedendo agli imputati le attenuanti generiche nella misura di un nono, rispetto alla pena base. Di qui la conferma delle condanne per tutti gli imputati: a 5 anni quella inflitta all’ex ad di Fs Mauro Moretti; 4 anni 2 mesi e 20 giorni invece per l’ex ad di Rfi, Michele Mario Elia. "Un passo avanti verso la promessa fatta 16 anni fa ai nostri cari" ha commentato così la sentenza Daniela Rombi, presidente dell’associazione che riunisce i familiari delle 32 vittime. Accompagnati in questo lungo procedimento da un pool di avvocati viareggini e versiliesi, tra cui il legale Riccardo Carloni.

Avvocato Carloni, come possiamo leggere questa sentenza?

"Questa sentenza ha confermato le pene decise nel cosiddetto Appello bis. Evidentemente, per il collegio presieduto dal giudice Nencini, l’applicazione delle attenuanti generiche concesse agli imputati nelle misure di un nono è stata ritenuta congrua".

Gli avvocati della difese, nello specifico il legale che assiste l’ex ad delle Ferrovie Moretti, hanno già annunciato la volontà, lette le motivazioni, di ricorrere in Cassazione.

"Arrivati qui – precisa l’avvocato Carloni – la questione principale è che, quando la sentenza andrà definitiva, per questo tipo di reati, con una pena non superiore ai quattro anni di reclusione l’ordine di carcerazione del Pubblico Ministero è per legge sospeso. E nell’arco di trenta giorni il condannato può chiedere un misura alternativa, come ad esempio l’affidamento in prova o la detenzione domiciliare. Il tribunale di sorveglianza poi deciderà se concederla o meno".

E per gli imputanti che, nel frattempo, hanno già compiuto 70 anni?

"C’è una norma, che vale anche per questo tipo di reati, che consente la detenzione domiciliare per agli ultrasettentenni anche per pene superiori a tre anni".

Comunque le responsabilità penale, per i 12 condannati, è passata in giudicato?

"Direi proprio di sì. Le difese di alcuni impuntati su questo punto hanno però presentato un ricorso straordinario in Cassazione. L’udienza è già fissata per il 10 settembre".

Cosa viene contestato?

"Gli avvocati dei ricorrenti, tra i quali l’ex ad Moretti, hanno presentato un ricorso straordinario in Cassazione contestando la formazione del giudicato, per un errore di fatto, chiedendo dunque l’annullamento della sentenza emessa nel 2024 dalla Cassazione perché, nella loro interpretazione, avrebbe travisato il contenuto della prima sentenza in Cassazione del 2021".

Dovrete tornare in aula a settembre?

"Questo è un procedimento per “trattazione non partecipata”. Significa che l’udienza si svolge in camera di consiglio senza la presenza fisica dei difensori".

C’è una possibilità che questo ricorso venga accolto?

"Non credo".

Il settimo grado di giudizio chiuderà questo lungo procedimento?

"Se la Cassazione riterrà la motivazione dell’ultima sentenza corretta sul piano logico giuridico sì, il procedimento per il disastro ferroviario di Viareggio si concluderà".

Avvocato, che cosa ci lascia in eredità questo processo?

"Il riconoscimento di precise responsabilità penali nell’organizzazione del trasporto ferroviario. Prevedendo anche la responsabilità colposa dell’amministratore delegato di una holding per un reato nel contesto di una società controllata".

Dal punto di vista personale e professionale, per lei cos’ha rappresentato?

"Un processo in cui vi è stata un enorme, massima, partecipazione emotiva. Perché ciò che è accaduto la notte del 29 giugno 2009 ha colpito la nostra città e i nostri concittadini. E poi una vicenda processuale di una complessità straordinaria, che credo, almeno per me, sia irripetibile".