Strage di Viareggio, il processo in Cassazione: parenti delle vittime a Roma, il presidio

La Suprema Corte deve esprimersi sull’appello-bis del 30 giugno 2022

Roma, 4 dicembre 2023 – Sono 18 i ricorsi presentati al vaglio della Cassazione nel processo per la strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009, che provocò 32 morti e un centinaio di feriti. Tre le udienze fissate alla Suprema Corte: oltre a quella che si è aperta oggi, le altre due sono previste per il 18 dicembre e il 15 gennaio.

A impugnare la sentenza di appello bis del 30 giugno 2022, oltre ai 13 imputati, sono i responsabili civili (Trenitalia, Fs, Rfi e Cima Riparazioni) e Medicina Democratica come parte civile. L'udienza di questa mattina in Cassazione si è aperta con la relazione del giudice relatore e più tardi il sostituto procuratore generale Pasquale Fimiani farà la sua requisitoria.

Il presidio dei parenti delle vittime della strage di Viareggio davanti alla Cassazione a Roma
Il presidio dei parenti delle vittime della strage di Viareggio davanti alla Cassazione a Roma

I supremi giudici della terza sezione penale sono chiamati a esprimersi sulla sentenza del processo d'appello bis, con cui la Corte di Appello di Firenze aveva emesso 13 condanne e 3 assoluzioni per la strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009, che provocò 32 morti e un centinaio di feriti.

E nel pomeriggio di lunedì il procuratore generale di Cassazione ha chiesto di confermare tutte le condanne emesse nel processo d'appello bis.  Il pg Pietro Molino e l'avvocato generale della Cassazione, Pasquale Fimiani, hanno chiesto di rigettare, al termine della requisitoria tutti i 18 i ricorsi presentati contro la sentenza della Corte di Appello di Firenze emessa nel 2022

Fra le varie condanne, c’era quella per l'ex ad di Fs e Rfi Mauro Moretti a 5 anni di reclusione con l'accusa di disastro ferroviario, incendio e lesioni, con la dichiarazione di prescrizione invece per il reato di omicidio colposo. Per Moretti, che nel primo appello era stato condannato a 7 anni, la procura generale aveva chiesto una condanna a 6 anni e 9 mesi.

All'ex ad di Fs e Rfi erano stati addebitati anche i reati di incendio e lesioni colpose in virtù del fatto che non ha rinunciato alla prescrizione. Al processo di appello bis, i giudici fiorentini, per il solo reato di disastro ferroviario, avevano rideterminato le pene e condannato Vincenzo Soprano, ex Ad di Trenitalia, e Michele Mario Elia, ex ad di Rfi, a 4 anni e 2 mesi; Mario Paolo Pizzadini, manager di Cima Riparazioni, a 2 anni e 10 mesi; Daniele Gobbi Frattini, responsabile tecnico Cima riparazioni, a 2 anni e 10 mesi; Mario Castaldo, ex direttore divisione di Cargo Chemical, a 4 anni.

Condanne nell'appello bis erano arrivate anche per dirigenti e tecnici di aziende ferroviarie austriache e tedesche addette al controllo e alla manutenzione dei carri merci: Uwe Kriebel, operaio dell'officina di Junghental addetto ai controlli, 4 anni e 5 mesi; Helmut Broedel, funzionario dirigente dell'officina Junghental di Hannover, 4 anni e 5 mesi; Andreas Schroeter, tecnico di Junghental, 4 anni e 8 mesi; Peter Linowski, Ad di Gatx Rail Germania, 6 anni; Rainer Kogelheide, Ad di Gatx Rail Austria, 6 anni; Roman Meyer, responsabile flotta carri di Gatx Austria, 5 anni, 6 mesi e 20 giorni; Johannes Mansbart, manager Gatx Rail Austria, 5 anni e 4 mesi. Al processo di appello bis si era arrivati dopo che la Cassazione nel gennaio 2021, aveva annullato con rinvio la sentenza di secondo grado per 16 imputati.