MARTINA DEL CHICCA
Cronaca

Sprangate all’ex Telecom. Un inferno di violenza e rifiuti. Ma dal degrado nasce un fiore

Storia di Ouszama, migrante 19enne che ama il pallone: "Voglio diventare un calciatore". L’immobile abbandonato e occupato da decine di abusivi è al centro delle paure dei residenti.

Sprangate all’ex Telecom. Un inferno di violenza e rifiuti. Ma dal degrado nasce un fiore

Sembra impossibile. Eppure c’è ancora spazio per i sogni nell’inferno dell’ex Telecom. In mezzo a quei 4mila metri quadrati infestati da spazzatura e da ratti. Fradici di disperazione e di droga. Dove le notti, scaldate da birre e vino in cartone, da coperte arruffate su materassi sudici buttati per terra, troppo spesso esplodono liti che si trasformano in risse furibonde. Com’è accaduto ieri, quando a colpi di spranghe e di bottiglie si sono affrontati alcuni occupanti abusivi della palazzina fantasma a ridosso dei binari delle Ferrovia nel quartiere Migliarina. I residenti, esasperati, hanno chiamato i carabinieri. "Abbiamo chiesto anche un incontro la comandante della Polizia Municipale, perché qui la situazione – denunciano – è diventata insostenibile. Non è l’eccesso di una notte. Questa, qui, è diventata la normalità".

Eppure in questo spazio urbano mortificato da vent’anni di abbandono, che sembra aver inghiottito ogni speranza, resiste, come dicevamo, un sogno. Quello di un 19enne, Ouszama, arrivato in Italia cinque mesi fa dal Marocco e da due ospite di questa “pensione“ abusiva per i senzatetto. Per lo più stranieri. L’unico prezzo da pagare per vivere lì è non intralciare gli affari degli altri inquilini. Così della violenta rissa scoppiata la notte scorsa Ouszama non sa niente. O comunque non racconta niente. Sembra non curarsi nemmeno di tutto il degrado che lo circonda, del fetore di urina che impregna le mura scrostate: "La notte, da quassù, la vista sulla città è bellissima". Parla bene sia inglese che francese, e mastica qualcosa in italiano. Passa le giornate a tirare calci a tutto ciò che trova e che assomiglia a un pallone lì intorno, nella discarica che lastrica il piazzale. Palleggia con le lattine, alza col tacco bottigliette di plastica accartocciate, corre sull’asfalto consumando le suole sul tappeto di vetri infranti come se scivolasse su un prato verde: "Un giorno – dice – sarò un calciatore. Sono certo che il mio Dio, prima o poi, mi aiuterà a uscire da questa situazione". Dall’ex Telecom.

Ouszama dorme, come gli altri occupanti – che possono essere dieci, venti, alcune notti anche di più – in una stanza di quel gigante che un tempo ospitava gli uffici direzionali che l’azienda delle telecomunicazione ha lasciato nel 2001. Da quel momento la palazzina è stata ciclicamente occupata, sgomberata, sfondata, murata, occupato di nuovo e così via.

È lui, come Virgilio, ad accompagnarci nei gironi su cui si affacciano le stanzette dei dannati. Tutte uguali, tutte ugualmente invivibili eppure vissute. Invase dalla sporcizia, dai resti di cibo ammuffito e di piccoli roghi accesi per passare la notte quando l’inverno diventa insopportabile. Ci sono vestiti appallottolati, mozziconi di sigarette spente proprio accanto ai materassi. Biciclette buttate contro le pareti, e un’aria irrespirabile che ribalta lo stomaco. Quel poco che Ouszama ha di prezioso, come i documenti, lo custodisce ordinatamente in una cartellina blu.

Raffaele abita proprio in un condominio davanti sull’ex Telecom. Dopo aver ascoltato la storia di Ouszama, dopo averlo visto palleggiare, decide di fare qualche scambio e porta giù un pallone vero. "Questa situazione – dice – è ingiusta. Per chi vive in questa palazzina-discarica e per chi gli abita intorno. Trovo inconcepibile che non si riesca a trovare una soluzione per dare dignità a questo posto". Il vecchio proprietario, la società Edinconsult, voleva trasformare l’immobile in abitazioni. La variante strutturale del ’97 vincolava l’area ad attrezzature collettive. Ma in base ad un accordo con la passata giunta Marcucci, una parte degli alloggi sarebbero stati dati in affitto calmierato, e gli altri venduti sul libero mercato. Però quel progetto rimase sospeso. Oggi per il regolamento urbanistico approvato dalla giunta Del Ghingaro l’ex Telecom è il cuore dell’area di trasformazione “ Stazione Centrale/via della Gronda“: un nodo di scambi del trasporto, che comprende oltre al terminal, un parcheggio scambiatore e postazioni di car e bike sharing. Invece l’ex Telecom è ancora un crocevia della disperazione. Dove resiste solo la speranza di Ouszama: "La vita ha provato a spezzare il mio sogno, ma io continuo ad allenarmi".