Oltre cinquanta realtà del panorama sportivo viareggino, riunite sotto i pini. Non quelli dello Stadio (chiuso ormai da 4 anni, e per cui si attende a giorni la presentazione del progetto di ristrutturazione, curato dallo studio Sportium) ma del parco di Ponente. Qui, lungo tutto il viale Capponi, ieri si è aperta la seconda edizione del Festival dello Sport che proseguirà oggi, per tutta la giornata.
Un appuntamento voluto e confermato dal Comune, con il sostegno di iCare e PiùMe e il contributo tecnico di Navigo, su cui sono stati investiti 100mila euro. Un’occasione per dare spazio a tutte le realtà che animano il territorio; per avvicinare i bambini e i ragazzi alle varie discipline, per dare voce al racconto delle imprese degli atleti di casa. Un grande palco dove promesse e stelle possono confrontarsi, ascoltarsi, stimolarsi. E di stimolo dovranno essere anche i malumori che attraversano chi fa sport, nonostante le oggettive difficoltà.
Non è un segreto che l’impiantistica sportiva – al di là di qualche luminosa eccezione – viva una profonda crisi. Là dove c’era il Vasco Zappelli ora resta solo il fantasma del passato; la piscina è chiusa, i campi da calcio comunali non esistono più, l’unico Palazzetto è quello che porta il nome di Bresciani. "Mancano le strutture adeguate — lamenta Bruna Piacentini, fondatrice e dirigente dello Jenco Volley (nella foto in basso a sinistra) —. Ci alleniamo nelle palestre delle scuole, che hanno una scarsa manutenzione. Manca una presenza attiva da parte del Comune. Le reti rotte, la pavimentazione che lascia a desiderare, e si rompe qualcosa, bisogna chiedere e aspettare perché noi non possiamo nemmeno cambiare neanche una lampadina. Si potrebbe fare molto di più".
"L’unica palestra in cui possiamo giocare i campionati regionali è quella del Piaggia — ribadisce Sabrina D’Alessandro, presidente dell’Oasi Volley (nella foto in basso a destra) —. Se in città ci fosse un’altra squadra di pallavolo non troverebbe posto. Mentre basta scavallare il Quiesa per trovare tutta una serie di palazzetti. Qui ce n’è uno solo, che è privato e fa i prezzi che vuole". "Siamo qui presenti al Festival , per collaborare ma bisognerebbe avere un’altra cultura dello sport e non pensare solo all’immagine", rincara Piacentini.
A.G.