TOMMASO STRAMBI
Cronaca

Sinistra in cerca di un’anima: "Dobbiamo studiare la società. E nello stesso tempo avviare una nuova fase costituente"

Affollata presentazione del libro di Chiti con Rossi, Martini e il sindaco Del Ghingaro "Il PD deve sapersi aprire al confronto e non chiudersi, invece, davanti allo specchio".

Sinistra in cerca di un’anima: "Dobbiamo studiare la società. E nello stesso tempo avviare una nuova fase costituente"
Sinistra in cerca di un’anima: "Dobbiamo studiare la società. E nello stesso tempo avviare una nuova fase costituente"

Alla fine hanno dovuto aggiungere altre tre file di seggiole. E non sono nemmeno bastate. In molti sono rimasti in piedi. E poi dicono che la politica non tira. O, forse, è una questione di “anima”. Da ritrovare. Un filo interrotto, da troppo tempo. Ché poi questo era il senso dell’incontro di ieri pomeriggio alla Gamc per la presentazione del libro dell’ex presidente della Toscana ed ex ministro Vannino Chiti Dare un’anima alla sinistra. Idee per un cambiamento profondo (Guerini e Associati).

Con l’ex governatore a confrontarsi sulla sinistra e il Pd (in particolare) altri due ex presidenti: Enrico Rossi e Claudio Martini (video collegato da Firenze). A chiudere il cerchio il sindaco Giorgio Del Ghingaro, "il “Giamburrasca“ del Pd" come lo ha subito ribattezzato Cristina Privitera, caporedattrice centrale de La Nazione, moderatrice dell’evento.

Un incontro aperto dalla collega Privitera nel ricordo di Giulia Cecchettin, la ragazza veneta barbaramente trucidata e gettata in un dirupo dall’ex fidanzato ("Un’ombra funesta, quella del femminicidi, che sta intorno a noi, dentro di noi, una strage che non siamo riusciti a fermare in tutti questi anni – ha chiosato Cristina Privitera –. Volevo ricordare insieme a voi l’ultima vittima. Ci riguarda tutti e ci chiede di fare qualcosa. Per questo i giornali del nostro gruppo hanno laciato QNxle donne, no a ogni tipo di violenza, una campagna per dire basta. Una volta per tutte.Un’iniziativa si terrà sabato prossimo in piazza della Signoria a Firenze con lo slogan Un minuto di rumore"). Un ricordo salutato con un lungo applauso della sala.

A cui il sindaco Del Ghingaro ha fatto eco annunciando che il prossimo consiglio comunale si aprirà con un minuto di silenzio in ricordo di Giulia. Per poi spiegare il senso dell’iniziativa. "Abbiamo usato la scusa di presentare il libro di Chiti – ha affermato – per avviare un percorso sulle grandi questioni politiche, economiche e geopolitiche. Occasioni come quella di oggi ci servono per sviscerare i temi e ritrovare una bussola su cui i punti cardinali sembrano sbiaditi".

E Vannino Chiti, da attento studioso della società prima ancora che amministratore ed esponente di punta del Pd, non è tenero nei confronti della sinistra e del suo partito. "Non siamo stati in grado di avere una lettura autonoma, critica di quello che stava accadendo nella società – ha esordito –. Non abbiamo distinto cosa andava, da cosa non andava e occorreva cambiare". "Ma attenzione – ha messo in guardia Chiti – questo non è un ragionamento tra chi aveva ragione o chi aveva torto. Parliamo di errori. Una lettura sbagliata della globalizzazione che ci ha fatto pensare che un mercato senza regole fosse capace di autocontrollarsi. Delle diseguaglianze non viste e non riconosciute (dai diritti al welfare, dall’andamento dei salari ai giovani). Ecco, è da qui che dobbiamo ripartire".

Che fare dunque?, lo incalza Cristina Privitera. "La segretaria che ha vinto il congresso aveva nel programma e aveva anche detto che avrebbe avviato una fase costituente. Ma non basta dirlo, dobbiamo metterla in pratica. Il prima possibile. Anche perché rischiamo di parlarci allo specchio". E su questo concordano gli altri due ex presidenti. Enrico Rossi riparte dalle sviste della sinistra. E in particolare da "quel social forum, che lanciò, a dir la verità, – ha argomentato – un campanello d’allarme sulla globalizzazione che non era quella panacea che ci dicevano essere. Genova non fu soltanto i black Block. Genova era anche il segno che esisteva uno schieramento di giovani e di provenienze diverse che nessuno di noi proseguì. Il Pd prese le distanze. La Toscana avvertì quell’allarme. Ci furono anche imprenditori pratesi che erano contrari alla globalizzazione. Ecco lì abbiamo smarrito la strada. Se avessimo mantenuto una visione saremmo credibili. E, invece, abbiamo lasciato quei temi a Fratelli d’Italia che, da destra, ha mantenuto una critica sulla globalizzazione. Così, oggi, ci sono interi quartieri popolari che slittano verso il partito della premier. Ecco perché la segretaria Elly Schlein deve ripartire dalla fase costituente, come dice Vannino".

Ma i tempi non sono stretti? "A volte i tempi in politica si riesce a comprimerli. A gennaio si potrebbe iniziare questo percorso. Tornare ad essere un grande partito di massa, dove convivono soggetti diversi, non si può andare avanti con il pragmatismo del governo". "Dobbiamo agire e studiare, studiare e agire – interviene Claudio Martini –. Siamo scollegati dai cambiamenti profondi che hanno coinvolto la società. Noi veniamo da una storia in cui la struttura è, sempre stata, più importante della sovrastruttura. Se guardo guardo, ad esempio, alla forza che oggi hanno i social media, siamo sicuri che la struttura sia l’economia o la questione antropologica? Ecco perché dico che dobbiamo riprendere a studiare e capire. E poi, insieme, trovare le soluzioni". Ma per farlo ha concluso il sindaco Del Ghingaro: "dobbiamo aprire le finestre e non chiuderle. Oggi finalmente abbiamo fatto un approfondimento politico. Mancano luoghi di approfondimento. Di certo non lo sono le ex sezioni, che sono sempre più ridotte, perché c’è un moto ad excludendum e non di aggregazione. Credo che questo sia il nodo centrale. Confrontarsi e non avere paura di farlo".

Già, peccato che proprio i dirigenti del Pd viareggino ieri non ci fossero. L’11 settembre scorso, quando alla Libreria del Lungomare, presentarono lo stesso libro con Vannino Chiti, il segretario regionale Emiliano Fossi e il segretario regionale della Cgil Rossano Rossi bastarono venti sedie. "E il problema non è che eravamo pochi, eravamo tutti", commentò sarcastico uno di loro.