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Scientifico, ascensore ko: "Stipati come le sardine"

Protestano gli studenti della quinta C trasferiti in una mini aula al piano terra "La Provincia ha promesso un intervento: lo faccia senza sparire come al solito".

Un ascensore che ha 20 anni di vita, quello del Liceo Scientifico Barsanti e Matteucci. Un ascensore che, però, nell’ultimo triennio, quella vita ha cominciato a perderla. Abbandonando studenti e professori e obbligandoli a fare su e giù per le scale, tra zaini, borsoni, stampelle e pancioni da prima gravidanza. Una situazione di disagio, protratta negli anni, che all’ennesimo caso di infortunio e ristrettezze d’aule, ha scatenato non poche polemiche.

Ad alzarsi dai banchi e a prendere parola sono proprio gli studenti ad un passo dal diploma. "Quando eravamo al primo anno l’ascensore funzionava, in seconda ha cominciato a perdere pezzi. La Provincia veniva a sistemare, ma poi qualcosa si rompeva nuovamente. Da tempo dicono che andrebbe sostituito, e che costerebbe sui 70mila euro. Da quello che sappiamo, la Provincia i soldi li ha stanziati, quello che non sappiamo è quando inizieranno i lavori", dichiarano tre rappresentanti della 5° C del Barsanti e Matteucci che, dopo l’infortunio di un compagno, è stata spostata al primo piano in un’aula incapace di ospitarli tutti. Loro, infatti, sono 26 e la stanza, invece, è per 18.

"L’aula è piccola, non sarà possibile mettere un banchino per ogni alunno e la porta dovrà rimanere aperta", recitava la circolare che annunciava il cambiamento d’aula al piano terra: dove, delle 6 classi disponibili, in una sono ancora presenti ausili medici e una barella messi per precedenti necessità di uno studente, e un’altra è adibita a magazzino. "Lo Scientifico ha classi numerose e le aule al primo piano sono piccole, non possono contenere tante persone – raccontano dalla 5° C – Per questo se qualcuno si infortuna il problema si ingigantisce. Il disagio dell’ascensore riguarda altre sezioni così come anche professori e professoresse. La preside aveva proposto, come alternativa, un montascale, che però non è al momento disponibile. Per cui chiediamo alla Provincia, che ha annunciato, dopo il nostro sciopero di martedì, il suo intervento per la settimana prossima, di non prenderci in giro. Di non farsi vedere per poi sparire. Ma di darci una data e di iniziare i lavori, per fare in modo che non finisca tutto in una bolla di sapone, come è successo finora".

Gaia Parrini