S’apre l’era di Ficacci "Modernità delle opere coi luoghi e le tradizioni dal lago al Carnevale"

L’ex soprintendente e direttore dell’Istituto centrale del restauro nominato presidente della Fondazione. Un programma di rilievo: "La nostra peculiarità sarà non ripetere quello che fanno gli altri".

S’apre l’era di Ficacci  "Modernità delle opere  coi luoghi e le tradizioni  dal lago al Carnevale"

S’apre l’era di Ficacci "Modernità delle opere coi luoghi e le tradizioni dal lago al Carnevale"

di Beppe Nelli

Per una notte il popolo di Pechino (coi ministri e il boia) ha urlato "Il nome! Il nome!". Quello del nuovo presidente della Fondazione Festival Pucciniano. A dire il vero viareggini e torrelaghesi non sono il popolo di Pechino. E, buon per lui, neanche il sindaco ci sta nei panni di Liù. Ma il personaggio che ha presentato ieri, dopo l’alba, è proprio un principe. Non Calaf, bensì il professor Luigi Ficacci. Un principe della cultura, che guiderà – si spera – il ritono del Festival a luogo autonomo di produzione lirica di attenzione mondiale, come lo fu durante il ciclo "Scolpire l’opera". Se il buongiorno si vede dal mattino, nel 2024 per il centenario della morte di Puccini tornerà in scena lo storico allestimento della Madama Butterfly con le scene di Kan Yasuda (foto in basso), un’opera che è stata portata in giro per il mondo e, trionfalmente, in ben due tournée in Giappone.

Ficacci non avrebbe bisogno di presentazioni. Per chi non si occupa di cultura, è stato professore universitario, Soprintendente belle arti a Lucca, direttore dell’Istituto centrale del restauro, e consulente del progetto Viareggio capitale della cultura che non vinse la designazione ma arrivò alle audizioni finali. Non è un musicista, però ieri ha fatto la sua cavatina con una dissertazione universitaria a braccio su Puccini, le opere, i luoghi, e i progetti di valorizzazione di tutto quello che riguarda il compositore.

"Dall’esperienza di Soprintendente so che nessuno può fare nulla se è da solo. Qua so di non essere solo. Col sindaco Del Ghingaro ho avuto molte convergenze. Come ai tempi della capitale della cultura, lui dà una visione e una linea da riempire coi contenuti. In Italia invece tante iniziative non si concretizzano per mancanza di linea politica. Andiamo incontro ai 100 anni della morte di Puccini e, nel 2026, della Turandot: è un futuro da costruire a Torre del Lago, la cui Fondazione è tra le poche ad avere in statuto la valorizzazione dei luoghi del musicista. Non è così per il Festival Verdiano. Ma tutte le opere di Puccini hanno ambientazione e musica in un mondo a sé: il Giappone storico per Butterfly, la Cina da favola per Turandot, la Firenze medievale per Schicchi, Roma papalina per Tosca. Ogni opera ha un luogo reale, eppure i luoghi di Puccini sono Torre del Lago, Massaciuccoli, Viareggio".

"In Turandot – osserva il professore – c’è una forza esotica che è il lago di Massaciuccoli, e il territorio tra spiaggia e Pineta: oltre che da Puccini, questo ambiente è stato condiviso da Galileo Chini, Gabriele D’Annunzio, Lorenzo Viani. L’universalità di Puccini è tratta dallo stare in riva al lago. Per questo mi piace il progetto di rifacimento del Belvedere che ripristinerà il rapporto tra Villa e lago, e la situazione selvatica di eremitaggio naturale, senza la ripetizione della Passeggiata sul lago. Nelle orchestrazioni di Puccini c’è il senso del luogo, da ampliare con studi e divulgazioni per i toscani e quelli che qua abitano. Intendo dire che Puccini è moderno senza uscire dalla melodia e dall’armonia. Si rivolgeva al Nord e Sud America che non sapevano nulla della cultura italiana, ma sapevano e sanno cos’è Torre del Lago. Noi pensiamo a manifestazioni espositive e divulgative con linguaggi rivolti alla diversità dei pubblici".

Troppa teoria? No, il contrario. A precisa domanda, il professor Ficacci ha dimostrato di conoscere la storia del Festival, i fasti del ciclo "Scolpire l’opera" quando le scenografie dei grandi artisti venivano imitate a Salisburgo e al Met di New York, e ha idee ben precise sulla rinascita di Torre del Lago come autonomo e originale centro di produzione lirica. Basta che qualcuno gli metta a disposizione un cachet idoneo, visto che per Roma sembra che esista solo il Rossini Opera Festival.

"Le maestranze del Festival, del Carnevale e di tutta la città – afferma il neo presidente – crea una situazione senza pari in Italia. Già come direttore dell’Istituto del restauro, con l’assessora Sandra Mei e la presidente Marialina Marcucci, ho sperimentato le conoscenze delle materie e dei materiali degli artisti della Cittadella del Carnevale. La peculiarità delle maestranze è la risposta alla necessità di fare rappresentazioni peculiari, e spettacolo, senza ripetere quello che si vede altrove. La soluzione è sapere fare spettacolo nella tradizione di Viareggio e Torre del Lago, dove stagionalmente il Carnevale si alterna al Festival lirico".

La prossima stagione lirica comunque è pronta, ed è firmata dal direttore artistico dimissionario Giorgio Battistelli. Ci sarebbe una rosa di cinque nomi per la scelta del suo successore, che sarà designato dal Consiglio d’amministrazione della Fondazione. I membri del Cda presieduto da Ficacci, nominati dal sindaco, sono l’ex presidente Maria Laura Simonetti, Marialina Marcucci, Paolo Spadaccini e Stefano Pozzoli. Del Ghingaro ha nominato anche i membri del Consiglio d’indirizzo: Luigi Ficacci, Filippo Gattai Tacchi, Valeria Giannecchini, Carolina Guidi e Stefania De Stefano.