Si era addormentata con un po’ d’anticipo, domenica sera, la Darsena. Svuotata da quel temporale che di schianto ha rotto l’estate. Alle 23 i ristoranti aperti lungo via Coppino avevano già sparecchiato i tavoli, le gelaterie avevano servito l’ultimo cono, e anche i due kebabbari – abituati a tirare fino a tardi per saziare gli appetiti notturni – avevano chiuso prima del solito. "Perché – raccontano un po’ tutti – in strada ormai non c’era praticamente nessuno...".
E praticamente nessuno, dunque, si è accorto di quell’uomo che con una borsa da donna sottobraccio si era incamminato verso la banchina Antonini. O di quell’auto, quella Mercedes bianca, che dietro di lui ha imboccato la strada verso il mare. Nessuno ha sentito il colpo, l’incontro e lo scontro tra i due, tra l’uomo e l’automobilista, e la grande vetrata dell’impresa Cantalupi fracassarsi al suolo. Solo una coppia a passeggio, intorno a mezzanotte, si è accorta di quell’uomo esanime steso sul marciapiede fradicio di pioggia, dove le case e i locali lasciano il posto solo ai cantieri e alle imprese della nautica. Hanno pensato ad un malore i due che hanno fatto scattare l’allarme, e in un primo momento così credevano anche i volontari della Croce Verde che insieme all’automedica del 118 sono intervenuti per il soccorso. Tutti, fino a quel momento, inconsapevoli che l’alba avrebbe raccontato un’altra verità.
Il risveglio in Darsena, in un lunedì operoso dopo le ferie estive, è stato infatti anticipato dagli agenti della squadra mobile del commissariato di Viareggio che già in piena notte hanno cominciato a cercare una risposta per la morte di Malkoun Said, deceduto appena arrivato al Pronto Soccorso. Già alle tre alcuni degli imprenditori di quel tratto di via Coppino, dove solo a metà mattina si scoprirà che il 47enne algerino è stato travolto dalla donna che, secondo le riscostruzioni, dopo aver subito il furto della borsa alla guida della Mercedes è scattata all’inseguimento, sono stati svegliati dalla richiesta dei poliziotti che avevano urgenza di controllare i filmati delle telecamere che puntano dritto nel punto dove l’uomo è stato travolto, trovato e poi soccorso. È così che la strada, e il quartiere, hanno iniziato a realizzare che su quel marciapiede si era consumato un delitto. E quindi a bisbigliare, a raccontare, e a formulare ipotesi.
Dopo l’accoltellamento di sabato, con un barista ferito per aver negato da bere ad un giovane straniero su di giri, nell’immediato i più hanno pensato all’ennesima tragedia figlia di un eccesso o di un regolamento di conti tra bande per lo spaccio "perché qui - dicevano fuori dai bar – di liti e di risse ne scoppiano ogni sera". Ma è quando le indagini dei poliziotti si sono fatte più serrate, quando hanno iniziato a circolare indiscrezioni su ciò che le immagini delle videocamere avevano registrato, la realtà, in tutta la sua straordinaria drammaticità, ha iniziato a prendere forma. "Cercano una Mercedes bianca, dicono che abbia investito quell’uomo. Cha da lì sia scesa una donna, che si sia ripresa la borsa e si sia poi allontanta". L’epilogo nefasto di un furto. Uno dei tanti che hanno segnato quest’estate travagliata.
"C’era da immaginarselo che, prima o poi, sarebbe successa una tragedia – si sfoga Fabio Gentili, titolare della trattoria “Il Nostromo“ che affaccia proprio sulla via Coppino –. Qualche sera fa una mia cliente ha trovato l’auto sfondata, e piena di sangue. E questa è la routine. Ad un cliente che è sceso dall’auto per venire a prenotare un tavolo invece hanno portato via il cellulare. Non passa giorno senza che accada qualcosa, piccoli e grandi episodi di criminalità per cui si fomenta l’esasperazione. Forse è già tardi, ma qualcuno a questo punto deve intervenire".
Martina Del Chicca