
Rischio incidenti tra ultrà livornesi e massesi. Il “Buon Riposo“ vietato ai tifosi amaranto
Il tam-tam era in corso da giorni. Silenzioso, appena accennato sui social e nelle chat sui telefoni. Poi, puntualmente, i dubbi e i timori su un’altra possibile giornata di guerriglia sono sfociati in un provvedimento inevitabile. I tifosi del Livorno domani non potranno infatti seguire la loro squadra impegnata alle 14,30 al “Buon Riposo“ di Pozzi contro i padroni di casa del Seravezza Pozzi. La trasferta per l’attesa sfida nel campionato di serie D è stata vietata dal prefetto di Lucca per motivi che non c’entrano nulla con i pacifici tifosi seravezzini. Sono i pesanti scontri di domenica scorsa a Livorno tra gruppi ultrà locali e quelli della Massese ad aver portato le autorità a ritenere molto alto il rischio di un secondo round vista la vicinanza tra il capoluogo apuano e Pozzi. E così ieri mattina il prefetto Giusi Scaduto ha emesso un’ordinanza dispondendo il divieto di vendita dei biglietti ai residenti della provincia di Livorno.
Era stata la questura di Lucca, sempre ieri mattina, ad inviare una nota al prefetto chiedendo che venisse adottata la prescrizione contenuta nella determinazione del 29 febbraio con cui il Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazione sportive (Cams) aveva chiesto di valutare la possibilità di vietare la vendita dei tagliandi ai residenti della provincia di Livorno "in quanto non può essere escluso – recita l’ordinanza del prefetto – il ripetersi degli scontri messi in atto da tifoserie organizzate e contrapposte dell’Us Livorno 1915 e della Massese". L’imperativo è quindi quello di scongiurare un’altra giornata campale come quella di domenica scorsa visto quanto successo all’esterno del campo sportivo “Magnozzi“, al quartiere Sorgenti, al termine della gara tra Pro Livorno e Massese valida per il campionato di Eccellenza. Mentre i circa 200 supporters apuani stavano risalendo sugli autobus che li avrebbero riportati alla stazione, un gruppo di ultrà del Livorno, appena usciti dallo stadio “Armando Picchi“ di Ardenza dopo la gara tra il Livorno e il Real Forte Querceta, ha teso un agguato agli apuani, con i quali c’è una forte rivalità che risale agli anni ’80, con lancio di petardi e bombe carta. Scatenando così la reazione degli ultrà massesi, molti dei quali sono subito scesi dagli autobus e hanno sfondato il cordone di poliziotti e carabinieri dirigendosi verso i labronici. Gli scontri, con cinghie e bastoni, sono stati brevi ma molto intensi, oltre a scatenare il panico di un’intera palazzina e a provocare il ferimento di alcuni giovani che hanno evitato però di farsi medicare. Alcuni residenti hanno ripreso le scene con i telefoni, inclusi i successivi scontri tra massesi e forze dell’ordine, dettaglio su cui stanno lavorando gli inquirenti per eventuali provvedimenti da adottare.
È bastato dare un’occhiata al calendario per capire che massesi e livornesi avrebbero potuto darsi di nuovo appuntamento in terra versiliese. Senza scartare l’ipotesi di un agguato-vendetta da parte degli apuani. Alla fine ha prevalso la volontà di prevenire e di evitare problemi di ordine e sicurezza pubblica. L’attesa sfida in alta quota di domani, con il Seravezza Pozzi sesto in classifica e Livorno secondo, sarà quindi riservata ai tifosi verdeblu, i quali sognano un altro exploit dopo la vittoria corsara al “Picchi“ dello scorso ottobre, quando Benedetti firmò il clamoroso 0-1.