Più che il ritorno del vecchio Festival dei rioni, il Carnevale numero 151 vedrà la nascita di un nuovo Festival per i rioni. Pensato dalla Fondazione Carnevale, guidata da Marialina Marcucci, per cantare la storia di queste feste di strada, che rappresentano la radice popolare della manifestazione. Per dare un suono all’emozione che anima quei baccanali sregolati nati grazie all’intuizione di Danilo Fedeli, con la padellata del 1971 lungo la via Coppino, e che, negli anni d’oro, hanno poi abbracciato tutta la città. Dal Marco Polo a Torre del Lago, dalla Croce Verde ai Quattro Venti, dal Varignano al mare, fino al Campo d’Aviazione e al Terminetto. Un Carnevale nel Carnevale, che ha mascherato le strade di notte e che, dopo una crisi d’identità, pare aver ritrovato l’entusiasmo.
Al progetto di questo nuovo Festival, immaginato proprio con la volontà di incoraggiare una seconda primavera delle feste, la Fondazione sta lavorando da mesi con la collaborazione di una giovane etichetta discografica milanese. E l’idea – sul canovaccio del vecchio Festival dei Rioni, la cui eredità è stata raccolta dal Festival di Burlamacco che, grazie al Movimento dei Carnevalari, ha dato continuità alla tradizione secolare della musica viareggina – è coinvolgere i bambini dei quartieri. Lasciando a loro, ai più piccoli, il compito di cantare il Carnevale. Quello passato e quello presente, così che lo spartito del futuro possa riempirsi di note.
Senza far troppo rumore la Fondazione, i discografici e i comitati rionali nei mesi scorsi si sono incontrati, mettendo le basi per costruire questo nuovo spettacolo che dovrebbe andare in scena appena prima dell’inizio dei corsi. Durante la serata – secondo quanto trapela – ogni rione dovrebbe proporre al pubblico due brani: uno scelto dall’immenso repertorio musicale della città, che sarà arrangiato in una chiave nuova, e poi un brano inedito, legato proprio all’identità del rione.
Ispirato dalle sue origini, la sua maschera, i suoi orizzonti, i personaggi che l’hanno abitato, le tradizioni, la cucina... Seguendo le indicazioni che sono arrivate dai comitati, attraverso racconti, fotografie e testimonianze dirette, un gruppo di autori è impegnato a scrivere musica e parole delle canzoni. Brani che i rioni potranno adattare per far sì che, alla fine, musica e parole possa calzargli a pennello.