
Rally di Camaiore (foto d'archivio)
Camaiore, 29 settembre 2015 - «Inaccettabile il silenzio dell’organizzazione del Rally di Camaiore. Non so se si rifarà». Il sindaco Alessandro Del Dotto è duro all’indomani di una manifestazione che, più che spettacolo, ha creato incidenti e disagi. Un uomo è finito in ospedale, macchine decappottate a Montebello, ritardi: insomma, per una serie di fattori concomitanti, il rally si è prolungato oltremodo con rischio. E ieri, stando a Del Dotto, ancora gli eventi non erano stati chiariti da parte della Balestrero e dalla Camaiore Motorsport. Nonostante i proclami di sicurezza, questo Rally ha creato non pochi problemi, cosa ne pensa il primo cittadino? «Quando ci sono manifestazioni – risponde Del Dotto – ci sono dei disagi connaturati al contrasto tra esigenze generali dell’organizzazione e quelle personali dei singoli cittadini: di questo siamo consapevoli e ogni volta cerchiamo di attuare una comunicazione preventiva. Il punto è che qui erano stato autorizzati orari precisi e regole chiare sullo spostamento dalla Polizia Municipale: i disagi e le negligenze in questa situazione sono stati evidenti. Ma la cosa più grave è l’incidente che ha coinvolto una vettura e una persona a piedi. L’organizzazione che ha proposto la manifestazione è l’unica responsabile, anche rispetto ai rapporti con l’amministrazione che ha saputo dell’incidente solo alle 23 della domenica per altre vie». Cosa farà dunque l’amministrazione comunale dopo questa esperienza? «Sicurezza e responsabilità sono due parole chiave per noi. Se manca una delle due, non si è interlocutori credibili e non si fa nulla. Soprattutto non si è seri, se non ci si rapporta con il Comune quando ci si rende conto che i problemi della manifestazione stanno andando ad infastidire i cittadini. Penso alle macchine che correvano sulla Provinciale, al ritardo nella chiusura delle prove, all’incidente, all’episodio di sversamento in strada, ai disagi per i locali che avevano prenotazioni. In questa edizione, troppe le criticità evitabili: ora serve serietà nell’analizzare i fatti. Va chiarito se si tratti di cause di forza maggiore o di grossolane negligenze organizzative e in questo caso sarà difficile proseguire questa esperienza». Si pensa dunque ad un divieto del Rally? «E’ presto per trarre conclusioni il rally è uno sport rischioso come la Formula Uno o il Moto Gp, eppure non è nostra intenzione mettere da parte gli spazi dedicati si suoi appassionati. Sono un liberale e non credo nella forza dei divieti. Certo è che sarebbe diverso farlo con un progetto dove si seguono i ritmi del territorio, con automobile magari d’epoca, privilegiando lo spettacolo al rischio che pochi oramai sostengono come i più accaniti dei nostri oppositori politici. E poi guerra dura a chi usa le strade per prove clandestine. Vedremo cosa è accaduto: ancora oggi l’organizzazione non ci sa dire alcunchè. Ma al centro di tutto sta l’equilibrio tra le ragioni dei residenti e quelle degli appassionati, senza alcuna trattativa sulla salute e la vita delle persone. Le regole, nella nuova stagione, valgono per tutti».
Isabella Piaceri