REDAZIONE VIAREGGIO

Quell’eccidio da non dimenticare

Se Cicerone sosteneva che la storia è maestra di vita, ci sarà un motivo? E allora, dato per certo che...

Il tabernacolo che ricorda l’eccidio

Il tabernacolo che ricorda l’eccidio

Se Cicerone sosteneva che la storia è maestra di vita, ci sarà un motivo? E allora, dato per certo che l’oratore romano abbia ragione, ecco un passaggio nella storia locale di 81 anni fa che vale la pena cerchiare in rosso: storia tramandata nel tempo dai parenti delle vittime che hanno sempre consigliato agli interlocutori di turno "non fate finire nel dimenticatoio questi episodi". Siamo nel 1944, sulle colline camaioresi, Seimiglia, terra di confine fra Camaiore e Lucca: da qualche tempo nella zona i partigiani sono impegnati nella lotta di liberazione, gli alleati si stanno avvicinando alla Linea Gotica. I tedeschi vogliono convincere con la forza bruta la popolazione a non collaborare con i partigiani che salgono in montagna, pronti a farsi sentire. Il 30 giugno 1944 a Valpromaro viene commesso il primo eccidio in quei tre mesi di furore omicida di nazisti e fascisti che avrebbe avuto il suo mostruoso crimine a Sant’Anna di Stazzema il 12 agosto, con le 560 vittime. Venticinque gli italiani arrestati attorno a Valpromaro, senza alcuna colpa specifica, se non quella di essere fermati a caso dai nazifascisti. Il parroco don Dino Chelini e il professore Clemente Pizzi si offrirono come ostaggi per consentire la liberazione dei fermati. Niente da fare. Qualcuno è riuscito miracolosamente a fuggire ma in 12 finirono la loro esistenza sotto i colpi di mitra dei carnefici: Lamberto Dativa abitava a Valpromaro e aveva 17 anni; Lelio Gori era di Torre del Lago e di anni ne aveva 18; Fulgido Primon, 19 anni, era di Viareggio. Le altre vittime e furono Velio Bini, 21 anni, di Torre del Lago; Roberto Arrigoni, 29 anni anni, di Camaiore; Angelo Cortopassi, 29 anni, di Valpromaro; Nello Rubinelli, 32 anni, di Viareggio; Ranieri Biagi, 33 anni, di Viareggio; Otello Farnocchia, 34 anni, di Camaiore; Guido Puosi, 36 anni, di Massarosa; Edili o Titta, 36 anni, di Gombitelli; Egisto Bra manti, 51 anni, di Valdicastello Carducci. Sulla strada che da Valpromaro porta all’abitato di Migliano, a guerra finita è stato costruito un cippo che ricorda l’eccidio di Valpromaro: la Storia quel 30 giugno 1944 si è fermata sulle colline camaiorese con una scia di dolore e sangue che i parenti delle vittime vogliono che venga ricordata. Per non dimenticare.