
Quando il Napoli giocava in Toscana, soprattutto a Pisa con i nerazzurri impegnati nel massimo campionato – siamo negli anni ’80 del secolo scorso – il ritiro pre-partita era quasi sempre a Viareggio o a Forte dei Marmi. Ovviamente sotto i riflettori era lui, Diego Armando Maradona, il giocatore più acclamato e festeggiato. Dal canto suo, il ‘Pibe de oro’ non si tirava indietro. Sempre disponibile per un’intervista o una foto. Memorabile quella scattata all’interno dell’hotel Caribe, in via D’Annunzio a Viareggio (hotel gestito dalla famiglia La Ferla) nei primi giorni di febbraio del 1989: nell’albergo era ospite la formazione argentina del Deportivo Italiano Buenos Aires, impegnata alla Coppa Carnevale. Fra i giocatori un nipote di Maradona (figlio di una sorella della sua mamma) e un semisconosciuto giocatore argentino che qualche anno dopo non solo sarebbe sbarcato in Italia (inondando di gol e felicità la piazza di Firenze), ma avrebbe anche condiviso con Maradona la maglia della Nazionale argentina: Gabriel Omar Batistuta. L’immagine di quella sera è diventata nel tempo non solo un’icona della storia della Coppa Carnevale ma anche la testimonianza del futuro legame fra Maradona e Batistuta. Due giorni dopo quella foto scattata a Viareggio nel periodo del Carnevale e della Coppa Carnevale, il Napoli di Maradona vinse 1-0 a Pisa contro i nerazzurri della Torre Pendente. E tanto per rimanere in tema, sapete che segnò la rete del successo degli azzurri? Proprio Carnevale, su assist di Maradona. Nel 2003 – corsi e ricorsi – il figlio Diego Armando jr partecipò alla Coppa Carnevale con la maglia del Napoli.
Nitido il ricordo che Sergio Menchetti, imprenditore del settore lapideo e titolare di Mondomarmo, ha del campionissimo a cui lui fornì il materiale per la villa in Argentina. In quel periodo era il
riferimento un po’ per tutto il Napoli calcio, tanto che l’allora allenatore Alberto Bigon proprio a Menchetti commissionò un tavolo da regalare alla moglie Valeria. "Erano i primi anni Ottanta – ricorda Menchetti – e raggiungevo Maradona dove si allenava, portando con me la valigetta col campionario. Scelse intarsi e marmi colorati, soprattutto con un elegante rosa champagne per quella dimora a cui teneva tanto. Da lì nacque un’amicizia: ricordo quando sulla Porsche faceva le corse sulla pista attorno al campo dello Stadio. Era una persona meravigliosa e piena di vita, giovane e nel pieno del successo. Con lui ho mantenuto poi contatti: 7-8 anni fa ci sentimmo al telefono, era appena tornato a Napoli ed era arrabbiatissimo perchè gli era stato sequestrato l’orecchino con diamante che fu poi messo all’asta. La sua scomparsa è per me dolorosa – conclude – perchè erano anni di successi, e fu uno dei primi clienti mentre avviavo l’avventura dell’azienda Mondomarmo".