REDAZIONE VIAREGGIO

Quel diploma che è un simbolo di rinascita

Leonardo Piagentini ha conseguito la maturità al liceo scientifico tecnologico. Per la gioia di papà Marco, presidente del Mondo che vorrei

Orgoglio di papà. E anche un po’ di tutti noi, di una città che ha pianto, sofferto e gioito per lui. Per Leonardo, il soldatino coraggioso, sopravvissuto alla strage del 2009, seppellito sotto le macerie di casa Piagentini in via Porta Pietrasanta. Adesso quel bambino simbolo di un disastro senza precedenti, è un uomo. Col diploma di maturità in tasca. Conseguito nell’anno del lockdown proprio alla vigilia dell’undicesimo anniversario di quel maledetto giorno.

Leonardo si è diplomato con il voto di 85 centesimi al liceo scientifico tecnologico al termine di una prova d’esame anomala in cui ha discusso la sua tesi sulla sua esperienza di scuola-lavoro fatta in Capitaneria di Porto e rispondendo poi alle domande di matematica, italiano e delle altre materie su cui è stato interrogato.

Per il papà Marco è un motivo in più di soddisfazione. Perché entrambi stanno percorrendo il difficile percorso della rinascita. E lo fanno insieme sostenendosi l’uno con l’altro nei momento più difficili e più duri. Che non sono mancati da quando accanto a loro non ci sono più mamma Stefania e i fratellini Luca e Lorenzo. Che come le altre 29 vittime della strage saranno in qualche modo ricordati lunedì prossimo, nonostante le limitazioni delle norme anticontagio.

Marco, che sensazioni provi oggi?

"Come papà, è ovvio, sono contento. E orgoglioso di mio figlio, perché ha fatto un percorso scolastico netto e perché ha conseguito la maturità con buoni voti. Questa maturità ci fa bene a tutti e due. E’ la conferma di una raggiunta normalità delle cose, di un ritorno alla vita".

Che è stato graduale e non sempre facile, immaginiamo..

"E’ vero. Nel percorso di crescita di Leonardo dovevamo superare delle prove, degli step. E devo dire che Leonardo ha sempre risposto bene. A scuola, con gli amici, con la squadra di calcio, la Croce Verde, con cui ha giocato fino a quest’anno".

Forse come non mai non erano importanti i risultati sportivi o scolastici, ma l’inserimento nel gruppo del ragazzo...

"E la Croce Verde, in tal senso è stata perfetta. E’ una società che, per così dire, coccola, i suoi ragazzi. E anche i genitori. Siamo andato insieme nelle trasferte e anche all’estero per qualche torneo. Ci siamo divertiti molto".

Lui che progetti ha? Vuol continuare gli studi?

"Sì, credo voglia iscriversi all’Università. E io lo appoggerò in tutto e per tutto, qualsiasi scelta faccia. Sai, alle volte, i genitori sperano che il loro figlio possa giocare in serie A, o diventare un campione. Non ho mai voluto tutto questo per Leonardo. Io sono contento se sta bene, se si diverte, se si fa la sua vita da ragazzo normale. Per noi la normalità è una conquista. Lo è sempre stato da undici anni a questa parte".

E Leonardo come rivive adesso quei momenti? Partecipa anche lui alle iniziative dell’associazione che tu dirigi?

"Da qualche anno, ovviamente, ha preso coscienza di quello che è accaduto. Era presente a Firenze all’udienza in cui è stato letto il verdetto e poi sì, ha partecipato anche a delle iniziative e alle commemorazioni. Certamente avrebbe sfilato anche quest’anno, ma come sapete, abbiamo dovuto rivedere un po’ i piani".

Paolo Di Grazia