"Priorità alla sicurezza". L’impegno di Rombi e del Mondo che Vorrei

Daniela ha raccolto il testimone di Piagentini alla guida dell’associazione "Dopo la verità e la giustizia, continueremo la nostra battaglia per la vita" .

Era il 24 aprile 2010, dieci mesi dopo il disastro ferroviario del 29 giugno. "Siamo nati solo ora perché – raccontava allora Daniela Rombi – dovevamo ancora abituarci alla nostra nuova vita, priva di chi amiamo. E nasciamo perché quello che è accaduto a Viareggio... non accada mai più".

A nascere, quella mattina di quattordici anni fa, era l’associazione “Il mondo che vorrei“, che riuniva i familiari delle 32 vittime della strage. "Quello che è accaduto", invece, è stato l’inferno. Viareggio, nella notte tra il 29 e il 30 giugno 2009, fu dilaniata dal fuoco sprigionato da una cisterna gonfia di gpl di un treno merci – il 50325, diretto in Campania – deragliato mentre stava attraversando la città. Sono stati anni di battaglia civile dell’associazione per chiedere verità e giustizia. Di udienze, oltre duecento, e processi che hanno prodotto cinque sentenze. L’ultima, quella di Cassazione bis del 15 gennaio, ha condannato i manager delle Ferrovie, delle società proprietarie di quel carro e che avrebbero dovuto occuparsi della sua manutenzione.

Daniela Rombi, che quella notte perse la figlia Emanuela, è tornata oggi alla guida de “Il Mondo che Vorrei“, di cui è stata la prima presidente,raccogliendo di nuovo il testimone da Marco Piagentini. "Lo ringrazio per tutto ciò che ha fatto. Le sue dimissioni – dice – sono state un dispiacere per molti ma, per chi lo conosce, e conosce la mole di lavoro dell’associazione in questi anni, un fatto inevitabile".

"L’associazione – ricorda Rombi, per tracciare il futuro – fin dall’inizio ha avuto tre obiettivi: verità, giustizia e sicurezza. Ecco, i primi due li abbiamo raggiunti anche se, dopo 15 anni, si parla di uno straccio di giustizia, ma è importante che i responsabili per la prima volta nella storia siano stati condannati, e solo grazie alla mobilitazione che abbiamo condotto con Assemblea 29 giugno, con i ferrovieri, con la città, che non ci ha mai abbandonato".

"Adesso – prosegue – insieme alla memoria, che mai verrà meno, dobbiamo combattere per la sicurezza, la sicurezza in ferrovia, e in ogni altro posto di lavoro. Mentre scrivo continuano ad arrivare le tragiche notizie sulla strage dei lavoratori di Suviana, dopo quella nel cantiere Esselunga a Firenze e quella di Brandizzo". "Quella per la sicurezza e per la vita è una battaglia che ci impegnano a sostenere insieme a realtà e associazione del nostro Paese".

I familiari del Mondo che Vorrei annunciano poi che saranno presenti in aula, al Palagiustizia di Firenze, quando si aprirà il sesto processo per la rideterminazione delle pene degli imputati. E sono già impegnati a costruire il prossimo 29 giugno: "Il 15esimo anniversario. Poi, con l’aiuto dei viareggini e non solo, con quei ferrovieri che sempre ci hanno affiancato, la nostra associazione – conclude Rombi – sarà in grado di proseguire un percorso intenso fatto di solidarietà, iniziative, incontri, relazioni. Per costruire e realizzare un giorno... “Il mondo che vorrei“".

Martina Del Chicca