REDAZIONE VIAREGGIO

Presidente Coldiretti Toscana

Presidente Coldiretti Toscana

di Daniele

Mannocchi

VERSILIA

L’aumento degli incontri e degli scambi tra terre lontane ha sempre due facce: quella ’buona’, fatta di tavole imbandite e dindini sonanti, e quella ’cattiva’, che ha la fisionomia degli ospiti indesiderati. Chi ha un minimo di reminiscenza delle ore di storia alle superiori, ricorderà che la Yersinia pestis arrivò in Europa a cavallo dei topi imbarcati sulle navi commerciali genovesi, finendo incidentalmente con lo sterminare un buon 30 per cento della popolazione in un paio d’anni.

Oggi siamo fuori pericolo, o quasi – anche il virus del Covìd è arrivato sull’onda degli incontri tra genti lontane, benché abbia viaggiato in prima classe e non nelle stive delle navi –, ma i nostri ecosistemi no. E i nuovi ospiti indesiderati stanno mettendo in serio pericolo la produzione agricola toscana. Coldiretti ha redatto un report, una sorta di ’classifica’ delle dieci specie aliene presenti in Toscana che stanno mettendo in crisi il futuro delle aziende agricole.

Flavescenza dorata. La cicalina Scaphoideus titanus arriva dall’America Settentrionale ed è la più pericolosa. Attacca le viti, e dunque interessa un settore che conta quasi 13mila aziende e 60mila ettari di superficie agricola, per un valore complessivo che si aggira attorno al miliardo di euro. È stata inserita nella lista dei 20 organismi novici per il territorio dell’Unione Europea, e quindi è soggetta a lotta fitosanitaria obbligatoria.

"Cimice asiatica". Nata in Cina, è particolarmente pericolosa per la frutticoltura. Sta premendo anche ai confini versiliesi, sfruttando il cambiamento climatico: privilegia estati calde e inverni miti e viene combattuta con il lancio del suo antagonista naturale, il Trissoclus japonicus, un altro insetto (noto come "vespa samurai"), innocuo per l’uomo e per gli animali.

Erwinia amylovora. Si tratta di un batterio scoperto solo un paio d’anni fa. Attacca le pomacee da frutto (peri e meli), oltre a diverse spiecie di piante ornamentali e spontanee della famiglia delle rosacee. La malattia si manifesta sulle foglie: quando la pianta viene colpita, cambiano colore e appaiono, alla vista, come se avessero preso fuoco.

Moscerino killer. La Drosophila suzuki, che in Italia è stata avvistata per la prima volta proprio in Toscana, nel 2008. L’infezione da parte del moscerino avviene attraverso il deposito di uova sui frutti, con la larva che si nutre della polpa facendo marcire il frutto. È deleteria soprattutto per le aree montuose che si sostentano con la coltivazione dei frutti di bosco.

Granchio blu. È stato il grande protagonista dell’estate e per Coldiretti si piazza già al quinto posto tra le specie aliene più pericolose. Mangia cozze, vongole, ostriche, pesci, avannotti e uova, oltre a danneggiare le attrezzature da pesca (soprattutto le reti). Secondo Coldiretti, la sua comparsa sta mettendo a rischio la biodiversità marina e di conseguenza la sovravvivenza delle imprese della pesca e dell’acquacoltura.

Cinipide galleno. Al sesto posto c’è il Drycosmus kuriphilus, proveniente dalla Cina, che si nutre principalmente di castagne. Per combatterlo è stata messa in piedi una sorta di ’guerra biologica’ tramite la diffusione del suo antagonista naturale, il Torymus sinensis, che sta riequilibrando una situazione tragica: qualche anno fa, il Cinipide galleno aveva mandato sull’orlo del fallimento le aziende toscane che si basano sulle castagne, azzerandone la produzione.

Cecidomia dell’olivo. Si tratta di un dittero originario della fascia mediterranea del Medio Oriente (Turchia, Libano, Palestina, Israele): pur non uccidendo le piante che attacca, finisce con causare un crollo della produzione di olive. Per contrastarne la diffusione è stato attivato un servizio di monitoraggio da parte del Servizio Fitosanitario Regionale, in collaborazione con Coldiretti.

Punteruolo nero. Di origine asiatica, il coleottero esotico sta distruggendo la popolazione di fico. È stato rilevato per la prima volta nel 2008 ed è diffuso tra la Lucchesia e la Garfagnana.

Vespa velutina. Conosciuta anche col nome di "calabrone asiatico", è presente in modo preoccupante pure in Versilia. Minaccia le api e gli impollinatori, con potenziali ripercussioni devastanti sugli ambienti naturali che infesta. Per contrastarla, gli apicoltori hanno unito le forze e creato una sorta di "squadra anti-vespa", composta da 300 addetti ai lavori che procedono a distruggere i nidi ogni volta che ricevono una segnalazione. Anche la Regione è scesa in campo, garantendo risorse per un sistema di monitoraggio e per la distruzione dei nidi.

Cerambacide dal collo rosso delle drupacee. Al decimo posto della classifica di Coldiretti c’è l’Aromia Bungi, originaria della Cina e della Corea. È stata rilevata per la prima volta quest’anno, alla fine di giugnoì e rientra tra i 20 insetti più pericolosi per l’Unione Europea. Attacca gli alberi di pesco, albicocco, susino e pure uliveti e piante ornamentali. Per impedirne la diffusione, è stato attuato un piano di eradicazione delle piante nell’area ’infettata’.