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Viareggio, scempio dentro il porto: il degrado è una ferita aperta

La zona del Triangolino abbandonata. Qui doveva sorgere un approdo turistico all’avanguardia con servizi moderni

La zona degradata (Foto Umicini)

Viareggio, 10 novembre 2021 - E' gravissimo lo stado di degrado del cosiddetto Triangolino, dentro il porto. Una grande distesa di sabbia, migliaia di metri quadrati, molto compatta tanto da sembrare cemento, arricchita però con arbusti e vegetazione spontanea.

E’ lì da decenni, dove proprio non dovrebbe essere. Ma le cose più strane, da sempre, avvengono a Viareggio, la città del Carnevale, dove ogni scherzo vale... Il Triangolino è un po’ il simbolo della scarsa attenzione, volendo essere educati, dato alle cose pubbliche dalle amministrazioni comunali che si sono succedute dagli anni ’60 fino ad oggi, e chissà per quanto tempo lo sarà ancora.

Al posto di banchine moderne, completamente attrezzate, per centinaia di barche più o meno grandi, con parcheggi e scalo pubblico per la piccola nautica, c’è una vera schifezza. Intollerabile per chiunque abbia a cuore la città simbolo della cantieristica moderna. Dove sono, in quell’area, gli scali per il diporto, le nuove possibilità di accogliere gli utenti in ormeggi sicuri? Il risultato è stato che centinaia di piccoli e grandi armatori hanno portato le loro barche a Marina di Pisa, al Magra, al Cinquale, e oltre. Una perdita per Viareggio ormai non più quantificabile in soldoni, prima Lire poi Euro.

Ciascuna imbarcazione crea, da sola, un moltiplicatore economico da capogiro. Impossibile oggi avere un’idea di quanto i cantieri, le officine, i fornitori avrebbero lavorato, e incassato, se da decenni il Triangolino fosse stato un porto turistico sempre pieno di barche...

Colpiscono all’occhio la vecchia banchina nell’area ex Costa dei Barbari che sembra bombardata; la canalizzazione dei servizi scoperta, il moletto e lo scalo che era usato per alaggi e vari con carrello, i sostegni dell’ex piccolo ponte mobile (dove una volta c’era l’acqua ora c’è la rena), un motoryacht abbattuto ad di là della rete di recinzione del mercato ittico con la vetroresina in disfacimento, pezzi di tubazioni in gomma buttate sulla sabbia, uno scafo in plastica rotto. Inoltre, dall’altra parte della bocchetta della darsena nuova, da molto tempo è aperto uno scavo da dove escono miasmi di carburanti o roba simile, accanto agli ormeggi Codecasa. Il tutto lasciato ovviamente senza nessuna sicurezza. Basta?

Walter Strata